DISCEPOLI - Tappa 4 (relazione incontro catechisti)

 I PERSONAGGI DELLA PASSIONE


Tempo 1: I discepoli nell'orto davanti a Gesù

Per iniziare ad introdurre il tempo è utile osservare: la mappa di Gerusalemme a pag.46 che permette ai bambini di comprendere dove si svolgono i fatti di cui andremo a parlare e a pag.47 la spiegazione da poter leggere con loro. Ma la cosa importante che dobbiamo fare è quella di introdurli a quando tutti questi eventi succedono e cioè dopo che Gesù a cenato per l’ultima volta con i suoi discepoli per festeggiare la Pasqua. In quell’occasione lui ha compiuto dei gesti e detto delle parole che loro non hanno ancora ben compreso.

Il materiale on line a questo proposito fornisce un audio, in cui Pietro fa un monologo di quanto accade nell’orto degli ulivi quella notte ed  una premessa alla cena, ma fornisce lo stesso anche sotto forma di testo, da poter usare per una drammatizzazione. Anche se si sceglie di non utilizzare questi materiali, il testo fornisce comunque, a mio avviso, ottimi spunti per individuare i punti da toccare e da spiegare ai bambini. Ne consiglio quindi una lettura.

Per proseguire potete utilizzare l’immagine a pagg.48-49 e vedere la scena da entrambi i punti di vista: quello dei discepoli e quello di Gesù.

Il luogo dove sono è buio e silenzioso e Gesù chiede ai discepoli di pregare, così non si addormenteranno. Poi si mette in disparte ed in ginocchio a parlare con suo Padre, come spesso faceva. Ma i discepoli, che ormai lo conoscono, capiscono che c’è qualcosa di diverso in Lui: di solito è sereno e sicuro in ogni situazione, specialmente quando prega, mentre ora capiscono che è preoccupato per qualcosa che gli pesa e lo opprime, ma non riescono a capire per cosa. Si chiedevano di cosa stesse parlando con suo Padre, perché sembrava combattuto. E così, anziché vegliare, finiscono per addormentarsi.

Gesù invece anziché pregare suo Padre con la stessa fiducia incrollabile di sempre verso di Lui (come qualunque bambino con il proprio papà), sta lottando tra la fiducia in Lui ed il peso del male che Lui gli ha dato il compito di portare. Non sa se riuscirà a portarlo.

Per fare capire ai bambini, fate immaginare loro di avere un calice davanti…oppure potreste dare ad ognuno di loro un bicchiere vuoto…e chiedete loro di immaginare se il male del mondo fosse liquido e tutto contenuto nel loro bicchiere: che colore, consistenza od odore avrebbe? E se il papà o la mamma gli dicessero di berlo? Tu cosa diresti o faresti? Ora dite loro di provare ad immaginare che il male del mondo sia una cosa solida: come sarebbe? Che colore, forma e peso avrebbe? Come sarebbe da portare sulle spalle? Probabilmente un macigno!

E quindi, per la prima volta, lo mette un po' in dubbio e gli dice: “Padre, se vuoi allontana da me questo calice!”. Sicuramente la stessa cosa che avrebbero detto loro ai genitori se avessero dovuto berlo. Il peso del mondo è un peso enorme da sostenere. Schiaccia e ti mette dentro dolore ed angoscia. Riuscirò a portarlo? Forse di chiedeva questo.

Ma alla fine Gesù, grazie alla preghiera, resiste alla tentazione di scappare e rinunciare, decide di fidarsi di suo Padre, che sa gli starà come sempre accanto, e quindi gli dice:” Padre, non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. Quindi accetta di bere da quel calice e di portare quel peso per fare la volontà di Dio: amare, perdonare e salvare tutti gli uomini della terra, quelli di allora e quelli di oggi (anche noi).

Gesù sceglie di portare per noi il peso del male, per aiutarci a portarlo e alleggerire noi, perché non ne veniamo schiacciati. Possiamo quindi affidargli anche i nostri pesi chiedendogli di aiutarci a portarli. Per fare questo potete utilizzare l’attività predisposta a pag.51, oppure potete chiedere loro di portare un sasso al vostro incontro e scrivervi sopra il loro/ i loro pesi. Volendo potete dire loro di proporre la stessa cosa anche ai loro genitori e famigliari e se in un secondo momento deciderete di far costruire un “angolo della croce” potranno porre i sassi alla base della croce, pregando Gesù di aiutarli a portarli.

( RENATA )

 


Tempo 2: Pietro davanti a Gesù

Teniamo a portata di mano la cartina di Gerusalemme (qui usiamo la fantasia...potremmo creare un vero plastico della città) e il Vangelo. Potremmo dare ai ragazzi anche la figurina di Pietro per poter meglio immaginare il suo percorso dall'orto degli Ulivi alla casa del Sommo Sacerdote.                                                                                                                

Leggiamo il breve passo del vangelo di Luca sul sussidio sottolineando le parole SGUARDO e PIANTO.

Per capire e far capire meglio torniamo indietro geograficamente (muoviamo la figurina di Pietro dall'orto degli Ulivi all'interno di Gerusalemme fino alla casa del Sommo Sacerdote) e intanto leggiamo l'intero brano evangelico (Luca 22, 54 -62)

Vediamo che Pietro, l'apostolo imperfetto, istintivo e impetuoso, non scappa come gli altri, ma SEGUE, anche se da lontano, Gesù e torna dentro le mura di Gerusalemme fino alla casa del Sommo Sacerdote.

Come tutti gli apostoli che sono stati con Gesù nel Getsemani è stanco (anche lui, come gli altri non riusciva a stare sveglio) triste, spaventato e stordito, ma spinto da un pizzico di curiosità, tipico del suo carattere, da un coraggio istintivo e soprattutto dal grande, anche se non ancora pieno, amore per Gesù, non vuole stare lontano da lui.

Quando viene riconosciuto nega per tre volte l'amicizia che lo lega al Maestro, ma non scappa. Solo al canto del gallo e quando incontra lo SGUARDO di Gesù esce da quella specie di stordimento e si rende conto di ciò che ha fatto.

PIANGE amaramente, ma il suo non è un pianto disperato: è il pianto di una persona che, nel riconoscere le sue debolezze, avverte nello sguardo, in questo caso di Gesù, la MISERICORDIA. E' un pianto di commozione. E' l'inizio di una vera e piena conversione.

 A questo punto dell'incontro possiamo ipotizzare un vero e proprio dibattito tra i ragazzi sui seguenti punti:

- Io al posto di Pietro che cosa avrei fatto?

- Io mi sono mai sentito come Pietro?

- Perché Pietro piange?

- Io quando piango?

- Io perché piango?

- Che cosa mi fa smettere di piangere?

- Che cosa dice lo sguardo di Gesù?

Sul materiale online troviamo un dialogo da drammatizzare tra Pietro e due figure: una positiva (l'angelo) e una negativa (Satana).

A pag. 53 del sussidio troviamo una preghiera (quella che Pietro pronuncerebbe se incontrasse Gesù) che verrà proposta nel terzo anno per il sacramento della Riconciliazione.

 ( ELENA )


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