CRISTIANI - Relazione 2 incontro 2021 - Tappa 2

IL DONO DI DIO PER VIVERE L'ALLEANZA

Introduzione TAPPA 2

 In questa seconda Tappa s’introducono i ragazzi a conoscere i Comandamenti come dono

della legge di Dio agli uomini, nel loro significato e valore provvidenziale ed esistenziale.

I ragazzi conoscono già delle regole e ne apprezzano il valore perché ne intuiscono la finalità positiva e sono aiutati nella comprensione e distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male.

E’ anche vero che oggi le regole, attraverso i media vissuti senza filtri, portano i ragazzi ad essere disorientati e da parte degli educatori, genitori in prima fila, il dire dei “no” li rassicura perché esprime la volontà dell’adulto di “prendersi cura” di loro: ponendo dei limiti, dei paletti, il genitore, l’educatore insegna soprattutto a non danneggiare se stessi e gli altri.

Nello stesso tempo i ragazzi dovrebbero conoscere il valore della legge per la civiltà di un popolo attraverso lo studio della storia

E’ in questo contesto che si inseriscono i Comandamenti di Dio donati al popolo nel deserto evitando di cadere nella trappola di farlo percepire come un indebito ed arbitrario vincolo da parte di Dio, un attentato alla nostra libertà.

Per far comprendere meglio sarebbe opportuno, se c’è tempo e volontà oppure parlarne attorno ad un tavolo, farli giocare a calcio, o a pallavolo, o altro gioco, indicando che non ci sono regole: si può giocare con i piedi e con le mani, tenere la palla più del dovuto, anziché tre passaggi se ne possono fare di più.....Dopo un pò la forza bruta prende il sopravvento e inizieranno litigi. Se invece si gioca con le regole che vengono stabilitte prima tutto fila liscio perché saranno consci di ciò che si può o non si può fare.

Per comprendere meglio questo concetto vi rimandiamo al racconto che si trova nel materiale web: “Vissuto-tappa-2-il-dono-di-dio-per-vivere-alleanza” .

Sempre parlando dei Comandamenti di Dio ci si imbatte nel termine “ALLEANZA” termine che non viene usato molto dai ragazzi anche perché non appartiene al loro linguaggio. Ma possiamo far comprendere questo termine parlando di alleanza tra i genitori nel momento del matrimonio e le altre alleanze familiari, amicali. Così facendo conduciamo i ragazzi a comprendere il significato del Decalogo, perché definisce un patto d’amore, in cui i doveri di una parte rispondono ai diritti dell’altra e viceversa: i genitori amano, si preoccupano dei figli e in seguito questi si prenderanno cura nel momento del bisogno dei propri genitori.

 

Tempo 1 e 2

 Dopo un momento di preghiera e l’introduzione di Massimo sulla 2° TAPPA sulle parole chiave: Alleanza e Regole, Rispetto e Desiderio che sono il filo conduttore dei 10 Comandamenti, ci si divide in gruppi

 GRUPPO DI MONICA

Osservazioni ed interventi del gruppo

 Monica chiede come si potrebbe introdurre e spiegare le pagine 14 e 15 del sussidio:

 - far osservare e leggere le immagini delle pagine;

- lasciare che i bambini dicano cosa rappresenta, secondo loro, l’illustrazione e prendere spunto per soffermarci sul significato dell’aquila che è in primo piano e pare guardare la fila di persone

- soffermarci sul significato dell’aquila, fra gli uccelli, il più grande in natura e l’unico che non tiene i suoi piccoli tra le zampette, ma li trasporta sulle ali, perché così evita i predatori

-l’aquila, simboleggia un essere superiore, l’aquila ama la libertà, non teme la solitudine, cerca le vette più alte per vedere più lontano (riferimento al libro dell’Esodo” vi ho portato su ali d’aquila”, ho vegliato su di voi, sul mio popolo...”) Le ali dell’aquila rimandano alla forza, alla potenza, all’osare, a volare alto.

-incentivare i bambini a cercare immagini e notizie sull’aquila o raccontare se le hanno viste

-osservare i colori delle immagini, il colore della fila di persone, del popolo, cosa rappresentano? Le diversità...

-leggere il brano dell'Esodo proposto dalla pag. 15 e sottolineare le parole: REGOLE E ALLEANZA (pag 39 della Guida)

-si può proporre il gioco delle regole: immaginiamo o proviamo a fare un gioco, ma senza regole...spontaneamente verrà fuori che non si può, le regole sono indispensabili.

-Soffermarsi su cosa significa, per loro, la parola “alleanza”

 Monica si sofferma sull’importanza di lavorare in equipe, si vedrà lo scambio di idee che è opera dello Spirito Santo che illumina le nostre proposte.

 Si passa ad analizzare le pagine 16 e 17

- sono in evidenza le due figure di Abacuc e Efraim ( pag 47 guida)

- perché Abacuc è in piedi? E’ autorevole, sicuro di sé, ha una fede incondizionata in Dio

- Efraim è seduto in atteggiamento sconfortante, è insicuro, scoraggiato

- si può drammatizzare il dialogo

- proporre: in quale personaggio mi identifico? (escono i caratteri dei bambini)

- chi è il più vecchio dei due personaggi? Osservare che il più vecchio ha più esperienza, si può fare accenno ai nonni che sono saggi e danno buoni consigli…

 

Monica sottolinea l’importanza della nostra postura, dovremmo stare in piedi o camminare in mezzo ai bambini per sottolineare l’importanza di quanto si racconta o si legge, del resto anche Gesù, predicava posizionandosi in un luogo più alto dei discepoli e della folla che lo ascoltava.

 

- se abbiamo fatto un buon lavoro negli anni precedenti, seguendo lo stesso metodo, i bambini si sono abituati ad ascoltare e a lavorare correttamente.

- pag 17, si rivede la figura dell’aquila, rivedere il simbolo dell'aquila

- leggere e spiegare il salmo (pag 47 Guida)

- Pag 18-19 mettere in risalto la figura di Mosè, leggere l’immagine, cosa vedi?

- Mosè ha in mano le tavole, leggere il brano dell'Esodo 20,1-17

- la popolazione ascolta Mosè, qual è la loro posizione?

- Il popolo ha cercato le regole (fare un cenno alle leggi dei popoli, chiedere se a scuola hanno studiato i popoli che hanno chiesto le leggi per vivere meglio…. Es. codice di Hammurabi)

- le tavole diventano un dono

- proposta di scrivere delle regole che potrebbero farci star meglio (si possono fare dei gruppi…)

- allestire un grande cartellone con le regole.

(MARIELLA)

 

 Tempo 3 e 4

Questi due momenti prendono in considerazione i primi 4 comandamenti. Innazitutto è doveroso ricordare che ai bordi delle pagine del testo troviamo la rosa dei venti, che i ragazzi hanno già conosciuto lo scorso anno in occasione della cerlebrazione del sacramento della Riconciliazioen.

Questa ci viene in aiuto perché ci indica verso chi è rivolto il comandamento (Dio, io, gli altri, il mondo) e ci pone delle domande per approfondire meglio il dialogo con i ragazzi.

E' anche vero sottolineare che i comandamenti toccano due aspetti importanti che si ripetono sempre: DESIDERIO e RISPETTO. Il prospetto in ogni pagina colloca il comandamento in questa relazione tra Dio e l'uomo.

Indichiamo solo alcuni punti in quanto nel materiale web è possibile trovare le indicazioni e suggerimenti per lo svolgimento dell'incontro

1° comandamento - mettere in risalto la figura di Elia come "difensore" di Dio ma poi casca nel medesimo errore facendo di Dio un idolo. Quindi dialogare con i ragazzi chiedendo loro cos'è un idolo per loro, e se c'è qualche idolo che è nel loro cuore prendendo così il posto di Dio.

2° comandamento - importanza del nome. Dio si rivela agli uomini indicando il proprio nome. Dialogare con loro sull'importanza di essere chiamati con il proprio nome e non con nomignoli a volte dispreggiativi. Chiedere di prendere in considerazione la proposta presentata a pag. 23 in basso.

3° comandamento - Dio ci dà la possibilità di alimentare la nostra fede ogni settimana invitandoci a prendere parte alla celebrazione Eucaristica (un'autostrada verso il cielo diceva il beato Acutis). Dialogare cercando e chiedendo loro di essere sinceri, senza giudicare nessuno, sul perché vado a messa oppure non ci vado. Sarebbe opportuno se tra i ragazzi uno di loro esponesse la propria esperienza del "perché vado a messa" (magari un cherichetto, o un cantore).

4° comandamento -I genitori sono il segno vivo dell'Alleanza. Essi collaborano per il bene del proprio figlio. Quindi chiediamo se li rispettiamo in tutto ciò che ci chiedono (mettere a posto la stanza, apparecchiare...). Chiediamo loro di pensare se un domani si prenderanno cura dei propri genitori in caso di necessità (allora perché non iniziare a farlo già da ora). 

Nel materiale web viene presentato un racconto di B. Ferrero. Possiamo chiedere ai ragazzi di scrivere cosa ha indicato la mamma ogni volta che legge ciò che lei ha fatto per il suo bambino e poi confrontare i risultati tra i ragazzi stessi e il conto "reale" indicato dalla mamma.



 Tempo 5

Abbiamo impostato tutto a partire dalla parola “desiderio”: è il desiderare qualcosa o qualcuno in modo possessivo che genera comportamenti sbagliati, cioè il “non-amore”.

Si faranno riflettere i bambini su quello che hanno e su quello che desidererebbero avere, cercando di far capire la differenza tra il desiderare qualcosa, accettando di non poter avere tutto e invece il pretendere di avere sempre qualcosa in più.

Da questo discorso si può facilmente far capire che l’esagerazione può portare ad appropriarsi delle cose degli altri (es. il mio amico ha una figurina che io non ho, quando la appoggia e si gira la prendo). Questo non è amore.

 

GIOCO: la merenda dei popoli.

Il gioco può essere proposto come una merenda, ma in qualche parrocchia è stato vissuto come una cena.

Si dà a ciascun partecipante un cartellino con il nome di un continente. I continenti più ricchi (America, Europa) avranno pochi rappresentanti; i continenti più poveri (Asia, Africa) avranno un numero maggiore di bambini che li rappresentano.

Nel frattempo si sono preparati dei tavoli, ciascuno con la denominazione del continente a cui si riferisce.

Sulla tavola dell’America metteremo tanto cibo e varietà di cose da mangiare e da bere; sulla tavola dell’Europa molto cibo ma un pochino meno rispetto all’America; per l’Asia mancheranno alcuni cibi e gli altri saranno in quantità minore; per l’Africa pochissimo cibo e niente bevande.

I bambini verranno invitati a sedersi al proprio continente e si dirà di mangiare.

Ci sarà sgomento e qualcuno comincerà a lamentarsi (l’Africa dovrà dividere ad esempio pochi biscotti tra tante persone) e tutti guarderanno la sproporzione.

Si inviteranno i bambini a trovare una soluzione (qualcuno si sposterà dai Paesi poveri a quelli ricchi; forse qualcuno dei Paesi ricchi darà qualcosa agli altri…)

Si rifletterà insieme su quello che si è vissuto, cercando di far passare il messaggio che quello che abbiamo si può condividere e che Dio ha creato le risorse perché siano divise tra tutti.

 

Dall’esperienza vissuta si passa poi alla preghiera (vedi catechismo pag. 27) e anche a qualche gesto concreto.

 

 Tempo 6

Attraverso la vicenda di re Davide si andranno a scoprire vari comandamenti.

Si può vedere il video o raccontare la storia guardando le immagini del catechismo (pag. 28-29-30).

Dal desiderio di Davide nei confronti di Betsabea e dallo sviluppo successivo si incontreranno i comandamenti:

-      “Non desiderare la donna d’altri”

-      “Non commettere atti impuri”

-      “Non dire falsa testimonianza”

-      “Non uccidere”

Al termine del racconto si rifletterà insieme sull’accaduto e verrà nuovamente in evidenza il fatto che il desiderio non controllato produce scelte sbagliate con conseguenze gravi.

Per la riflessione sono utili anche le strisce colorate (rosa dei venti) a bordo pagina, aiutano ad identificarsi con gli errori commessi da Davide e a capire che, anche se i nostri non sono così gravi, portano comunque a non volere il bene nostro e degli altri.

 

A questo punto si può vedere o ascoltare l’ultima parte riguardante il profeta Natan che fa capire a Davide i suoi errori.

 

Si possono allora rileggere insieme i 10 comandamenti (pag. 31), guardando anche la figura dei due bambini, che tengono i comandamenti come fossero una mappa: sono strumenti per indicarci il percorso sicuro.
 
(MILENA) 

 

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