CON TE! AMICI -Tappa 3 - Tempo 3 e 4
LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI
ELEAZAR
IL RAGAZZO DEI CINQUE PANI E DUE PESCI
Quando vide che il tramonto stava dipingendo di viola le nubi, Eleazar si accorse di averla fatta grossa!!! Che cosa avrebbe detto a casa? Gli avrebbero creduto? Ma, soprattutto, che cosa avrebbero mangiato quella sera il babbo e la mamma e i suoi piccoli fratellini?
Fu quest’ultimo pensiero a spingerlo di corsa verso i 12 canestri, allineati accanto ad un pozzo abbandonato. Vuoti!!! Vuoti anch’essi, come la sua bisaccia, che sentiva pendergli sul fianco, floscia come un pensiero inutile!!! La sua bisaccia, che poche ore prima conteneva un tesoro: cinque pani e due grandi pesci essicati!!!
Che cosa era successo? Perché si era prestato con tanta spontaneità, lui – l’unico che avesse con sé un po’ di cibo – a quell’incredibile gioco a cui aveva assistito con stupore, gioia ed emozione, sino a dimenticare il correre del tempo?
Stentava ancora a raccapezzarsi, in quel susseguirsi di eventi: la richiesta del suo prezioso cibo da parte dei discepoli di Gesù, il suo sì immediato, e poi, il movimento continuo della mano del Rabbi nell’estrarre dalla sua bisaccia quel che non poteva contenere: migliaia di pani e migliaia di pesci, a saziare le migliaia di persone, tra le quali si era infilato anche lui, quasi per caso, per curiosità, per udire parole che solo in parte aveva capito, ma che gli erano scese nel cuore, come il più squisito dei cibi!
Poi, quell’allegro desinare in gruppi a forma di aiuole,, di cinquanta, cento persone, rese un po’ ebbre dall’abbondanza di cibo spirituale e di quello materiale, al punto che il Rabbi, vedendo lo spreco dei rifiuti sparsi nell’erba, aveva ordinato di raccoglierli in dodici cesti. Tutto straordinario, incredibile, quasi magico!!! Ma, la conclusione? Lui, che pure si era saziato, aveva completamente dimenticato i suoi cinque pani e i suoi due pesci. Ce n’erano talmente tanti!!! Ce n’erano, appunto ….. Ma, adesso che tutti se ne erano andati, pure i cesti degli avanzi erano stati svuotati. E lui era costretto a tornare a casa a raccontare cose dell’altro mondo, però ….
A mani vuote!!!
A Eleazar venne un groppo in gola, un grosso nodo di pianto e rabbia. E diede un gran calcio all’ultimo cesto. Vide così, acceso dall’ultimo raggio dell’ultimo sole, un piccolissimo lampo. Gli si avvicinò. Era un pesciolino non più piccolo del suo mignolo, rimasto incastrato nelle maglie del cesto. Lo raccolse: e fu allora che notò una formica trascinare una mollica di pane dieci volte più grande di lei! Raccolse anche la mollica. Forse, mostrando a casa quei minuscoli avanzi, avrebbe potuto illustrare meglio tutte le meraviglie a cui aveva assistito. Ne era poco convinto, Eleazar, ma tentar non nuoce!
Fu così che, lo avrete già capito, Eleazar trasse quella sera a casa, sul povero tavolo disadorno, di fronte alle ghirlande di occhi dei fratellini e di mamma e di papà, non uno ma diecimila pesciolini piccini e diecimila briciole di pane!! Finchè il tavolo fu colmo sini al soffitto e i pesciolini scivolavano per terra, e ai piedi del tavolo si moltiplicavano pure i gatti e le galline, facendo un gran chiasso!!!
Alla fine, smise di affondare la mano nella bisaccia, perché le dita gli dolevano, il sole era ormai alto e i fratellini dormivano per la grande abbuffata. Mamma e papà continuavano a chiedergli di quell’uomo, Gesù, e di qual prodigio avesse fatto a lui, il loro figliolo generoso e distratto. E lui non sapeva che rispondere, se non con un sorriso!!!!
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