CON TE! DISCEPOLI: Tappa 3 - PADRE NOSTRO...
Gesù ci insegna a pregare:
PADRE NOSTRO...
La preghiera del Padre nostro è il cuore del discorso della montagna ed è anche il centro del cammino del percorso del 2° anno
Accogliamo con immensa gioia le riflessioni di suor Elisa indirizzate ai catechisti perché questa preghiera possa guingere al cuore di ciascuno di noi.
Padre nostro che sei nei cieli
Riflessioni di una catechista per i catechisti
(a cura di Suor Elisa)
Dio nessuno L’ ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, Lui Lo ha rivelato. ( Gv. 1, 18)
Questa è la Parola di Dio proclamata nel Vangelo di
Giovanni, in cui si parla di questa grande Rivelazione, cioè che Gesù è
il Figlio di Dio Padre.
Grande è questo Mistero e meraviglioso, Gesù ci trascina dentro questo Mistero
con il suo Amore.
Gesù ha una profonda
Relazione con il Padre e la proclama già a 12 anni a Maria e a Giuseppe:
" Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: " Figlio,
perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo
padre e io angosciati, ti
cercavamo". Ed Egli rispose
loro: " Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose
del Padre mio" ? Ma essi non
compresero ciò che aveva detto loro. (Lc 2, 48 - 50)
Gesù parla apertamente del Padre suo, ma chi lo può comprendere? Nemmeno Maria e Giuseppe! È necessario entrare dentro il Mistero con
fede come hanno fatto loro, e "lasciar fare", come ancora lui dice a
Giovanni Battista al Giordano. Gesù entra nell'acqua per farsi Battezzare come
tutti gli uomini peccatori. Stupore e meraviglia! Ed ecco una voce
dal cielo che diceva: " Questi è il Figlio mio, l'Amato: in lui ho posto
il mio compiacimento". (MT 3, 17)
0ra, è il Padre che presenta all'umanità il suo Figlio Gesù. Come avranno reagito i presenti sentendo quella voce e vedendo Gesù: un uomo tra gli uomini uscire dall'acqua del Giordano e nulla più.
Tutta la vita pubblica di Gesù è una manifestazione
della sua relazione profonda con il Padre che si rivela a noi ed insegna come
stare davanti a Dio.
Gli apostoli chiedono a Gesù: " Insegnaci a pregare ".
Essi non avevano mai chiesto a Gesù di insegnare loro qualcosa. Gesù parlava ed
agiva e loro coglievano il suo
insegnamento attraverso la sua parola, i suoi segni e prodigi. Lo vedevano
pregare. Egli sceglieva i tempi e
i luoghi isolati ed era tutto diverso dagli altri maestri. Nasce forse da qui
la curiosità, il desiderio e la domanda: " Signore, insegnaci a pregare
". E Gesù a loro : " Pregando, non sprecate parole come i pagani:
essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate come loro, perché
il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele
chiediate. (Mt. 6, 7-8)
Voi non siate come loro! Perché Gesù dice così? Perché il Dio che voi pregate non ama la pubblicità, è un Dio non lontano, sconosciuto, ma il vostro Dio è un Padre che sa quello di cui avete bisogno. Che bella questa novità che Gesù ci porta venendo in mezzo a noi.
Gesù, quando prega il Padre, si rivolge a lui dicendo:
Padre mio, ma a noi dice: voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei
cieli. (Mt 6, 9)
Inoltre c'insegna un modo nuovo di pregare: “Invece, quando tu preghi, entra
nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il
Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Mt. 6, 6)m
Prega il Padre tuo che è nel segreto e vede nel segreto. Cos'è questo segreto? È il cuore dell'uomo. Dio conosce nell'intimo dell'uomo come nessuno al mondo. Che grande dono e quale forza ha questa Verità.
LA FIDUCIA
NEL PADRE
Gesù ci insegna a fidarci sempre del Padre: " Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché, chiunque chiede, riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi , dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono”. (Mt. 7, 7- 10)
Certo, non è
facile credere sempre alla sua Parola. Il nostro Dio è un Dio presente, anche se, a volte, ci
sembra assente, o meglio è presente in un modo misterioso e incomprensibile.
Infatti, sta proprio qui, la potenza della nostra preghiera: Fiducia e
Abbandono.
Com'è la mia preghiera?
Ho fatto esperienza di questa Paternità?
Come ho reagito nella prova di fronte al suo silenzio?
LA PREGHIERA PIÙ ALTA
L'insegnamento più sconvolgente e nuovo è ... Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti". (Mt. 5, 44- 45)
Con grande concretezza Gesù ci fa capire il suo Amore misericordioso e la sua Giustizia, dimostrando la novità del vangelo... " Se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste ". (Mt. 5, 46 – 48)
Amate e pregate questa è la grandezza e bellezza della
vita cristiana. Gesù ci indica come raggiungere la vetta: " Pregate,
affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli ". Il nostro Dio
assomiglia ad ogni papà terreno, desidera che il suo figlio arrivi sempre più
in alto e gli assomigli. Dio Padre
ci stima , si fida di noi e ci invita a vivere con lo sguardo fisso su di lui.
Viene da chiederci, come ha fatto Maria: " Com'è possibile?
Si, questo è possibile nonostante il nostro peccato e la nostra fragilità,
perché Gesù ci assicura: " Io sono la Via, la Verità, la Vita" (Gv. 14, 6)
"Non sia turbato il vostro cuore e abbiate fede in Dio e abbiate fede
anche in me". (Gv. 14, 1)
Credo a questa potente Parola?
Quali sono le mie resistenze?
Quali sono i miei turbamenti?
Come li supero?
SIA SANTIFICATO IL TUO NOME
Il cristiano inizia la preghiera con il segno della croce : Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, nel nome della Trinità. Dio in tre Persone: Mistero e Gloria del nostro Dio e Padre.
Dio ha un Nome. Sì, Dio ha un nome e lo rivela all'uomo entrando in relazione con lui, attraverso chiamate e risposte. È meraviglioso e consolante questo fatto. In realtà tutta l'esperienza umana si snoda tra le chiamate di Dio e le risposte dell'uomo. Il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: " Dove sei? " Rispose : " Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura.” (Gn. 3, 9 – 10). Adamo ha paura di Dio e si nasconde, ma Dio non lo lascia nella paura. Egli si avvicina, lo chiama, perché vuole camminare, anzi, vuole costruire la storia con lui.
DIO CHIAMA PER NOME
Mosè pascolava il gregge di Jetro, suo suocero e arrivò al monte Oreb. L’Angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco. Mosè guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: " Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo, perché il roveto non brucia "? Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: " Mosè, Mosè!". Rispose: " Eccomi! ". E Dio disse: " Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi. Perché il luogo sul quale stai è luogo santo! ". E disse: " Io sono il Dio di tuo padre , il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe" . (Es. 3, 1 – 6) Dio fa ricordare a Mosè una storia che lo precede per confermare una continuità attraverso persone concrete e reali.
DIO CHIAMA e MANDA
Il Signore disse a Mosè: ” Ora Va'! Io ti mando dal faraone. Fa' uscire dall'Egitto il mio popolo, gli Israeliti ". Mosè disse a Dio: " Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: "Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi". Mi diranno: " Qual è il suo nome?". E io che cosa risponderò loro?".
Dio disse a Mosè: " Io sono colui che sono!". E aggiunse :" Così dirai agli Israeliti: " Io- Sono mi ha mandato a voi". Dio disse ancora a Mosè: " Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione". (Es. 3, 10; 13- 15).
Dio risponde anche alle nostre domande come ha fatto con Mosè.
Ho il coraggio di fare domande a Dio?
Temo le sue risposte?
GESÙ CHIAMA PER NOME
Lungo la strada della Palestina Gesù incontra la
folla, le singole persone. Loro lo ascoltano e lo seguono. Egli si ferma e a
volte chiama qualcuno per nome.
"Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco
delle imposte, e gli disse: " Seguimi". Ed egli si alzò e lo
seguì. (Mt. 9, 9)
E ancora: " Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: " Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. (Lc. 19, 5-6). Sono bastate poche parole, uno sguardo e chiamati per nome da Gesù, la loro vita è cambiata.
Maria di Màgdala cerca Gesù tra i morti, mentre Egli
era vivo, lo scambia con il custode del giardino, ma la sua voce non poteva
confonderla. Maria riconosce Gesù dalla voce, perché è la voce dell'amato. Gesù
disse: " Maria ". Ella si voltò e gli disse in ebraico:
"Rabbuni'! " - che significa: " Maestro!". (Gv. 20, 16)
Nella
mia vita mi sono sentito chiamato da Gesù,
è cambiato qualcosa in me?
LA POTENZA DEL NOME
DI GESÙ
"Andate e fate discepoli tutti i popoli,
battezzandoli nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando
loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti
i giorni, fino alla fine del mondo".
(Mt. 28, 19-20)
"Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio
nome scacceranno dèmoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti
e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai
malati e questi guariranno". (Mc.
16, 17- 18).
Credo alla potenza del Nome del Signore?
Preghiamo nei Salmi:
Lodate, servi
del Signore, lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.
Dal sorgere del
sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. (Sal. 112)
Noi ti rendiamo grazie, o Dio,
ti rendiamo grazie: invocando il tuo nome,
raccontiamo le tue meraviglie. (Sal. 74)
La Chiesa ci fa pregare così:
Dio sia
benedetto, benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
"I 72 discepoli tornarono pieni di gioia dicendo: " Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome". Egli disse loro: "Vedevo satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli". (Lc. 10, 17 – 20).
Gesù parla non certo di gioie passeggere, ma della sua
gioia. Noi siamo stati creati per il paradiso. Ciascuno di noi inizia la
sua vita su questa terra e porta un nome che durerà per l'eternità. In paradiso
Dio Padre, Gesù, Maria e i nostri fratelli e sorelle santi ci chiameranno con
il nostro nome per condividere la Gloria di Dio. Che meraviglia!
Le mie scelte sono illuminate da questa grande Verità?
Gesù poco prima di offrire la sua vita per noi, disse: "In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. (Gv. 16, 23 – 24)
Con che fede chiedo qualche cosa al Padre?
VENGA IL TUO REGNO
Il popolo d'Israele, al tempo
di Gesù, era governato da potenti
oppressori, ma era sostenuto dalla promessa del Messia che l'avrebbe liberato.
Gesù sorprende tutti, perché il suo regno è diverso ed inimmaginabile.
All'inizio della sua missione, Gesù lascia Nazareth e va a Cafarnao, perché si
compisse ciò che era stato detto dal profeta:
Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su
coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. (Is. 9, 16)
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: "Il tempo è compiuto e il
regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo". (Mc. 1, 15)
Gesù parlò molte volte e in diversi modi, ma soprattutto attraverso le parabole del regno dei cieli.
Fa questo per farci comprendere che il suo regno è già presente qui e adesso, ma che si compirà pienamente nell'eternità.
Il Regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel
campo; un uomo lo trova e lo nasconde ; poi va, pieno di gioia, vende tutti i
suoi averi e compra quel campo. (Mt. 13, 44). Il Regno è un " tesoro"
cioè qualcosa di prezioso, unico ed esclusivo. " Nascosto " in
un campo, tanto che chi lo trova è spinto a nasconderlo di nuovo, perché possa,
più tardi, diventare di sua proprietà.
Perché Gesù usa questa modalità per presentarci il regno di Dio? Perché
non è solo un tesoro, ma è anche un Mistero. Ma ecco, la novità
straordinaria! Dio dà all'uomo la capacità di scegliere tra i suoi averi
e l'offerta del Regno dei cieli. Come
riesce l'uomo a fare questo? E’ ancora Gesù che dà all'uomo la gioia
della rinuncia e il coraggio di comperare quel campo. Chi incontra Gesù entra a
fare parte del suo Regno. Così è di chi mette in pratica l'insegnamento della
parabola. Il Regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo
prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una
volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero,
tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi
rami". E disse ancora" È
simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina finché non fu tutta lievitata". (Mt.
13, 32-33)
In queste parabole il regno è paragonato a qualcosa di piccolissimo, ma che è
destinato a portare grandi risultati. Questa è la logica di Dio: fare opere
grandi con strumenti piccoli. L'esempio dei santi lo conferma.
CHI È PIÙ GRANDE NEL REGNO?
"I discepoli si avvicinano a Gesù dicendo: " Chi è più grande nel regno dei cieli? Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità io vi dico: se non vi convertire e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. (Mt. 18, 1- 4)
Gesù, ponendo in mezzo a loro un bambino, parla sia in negativo che in positivo per rispondere ai suoi e sottolinea: SE NON, vi convertirete, SE NON, diventerete, NON, entrerete nel regno. Questa Parola ci deve fare riflettere. Ma, è molto consolante quando dice: chiunque si farà piccolo, come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. La sua proposta è affascinante, quindi tutti possono farne parte, nessuno escluso, tranne chi lo rifiuta volontariamente.
Il RIFIUTO DI GESÙ
"Il Regno dei cieli è simile a un re, che fece
una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli
invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Mandò di nuovo altri servi
con quest`ordine: dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei
buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle
nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai
propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li
uccisero. (Mt. 22, 2 – 6)
Il rifiuto di Gesù è una realtà permanente nei secoli. È il mistero
dell'iniquità che perdura. Solo alla fine dei tempi sarà completamente
distrutto.
Nella mia vita quotidiana accolgo gli inviti di Gesù?
BEATO CHI …..
Potrebbe sembrare una contraddizione l'invito che Gesù
fa a chi vuole vivere le Beatitudini.
Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui
i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: " Beati i
poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati i perseguiti per
la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli". (Mt. 5, 3;
10)
Che cos'è allora il regno dei cieli?
Quando prego" venga il tuo
regno" sono certo di questa Verità?
Desidero che si di diffonda il suo regno?
Cosa faccio io perché cresca nella nostra società così lontana da Dio?
Il Regno dei cieli è Gesù stesso che l'uomo incontra qui e adesso e decide di accoglierlo nella sua vita oppure rifiutarlo.
SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ
Tutta la vita di Gesù si compie nella ricerca della Volontà del Padre. Un giorno i discepoli lo pregavano: “ Rabbì, mangia”. Ma egli rispose loro: “ Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete: Il mio cibo è fare la Volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera” ( GV, 31 -34)
Nel momento della prova, Gesù va a pregare per aver la forza di compiere la Volontà del Padre. Gesù sceglie alcuni amici: Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli. “ Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”. E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro:" La mia anima è triste fino alla morte, restate qui e vegliate con me. (Mt. 26, 37 – 38)
Egli, poco prima nel cenacolo, aveva detto loro:
" Non vi chiamo più servi, ma amici ". Infatti, tra amici c'è
la confidenza e la condivisione, la fiducia e la richiesta di aiuto. Egli non
teme di far vedere loro la sua umanità. Gesù chiede ai suoi amici di restare
e vegliare con lui. Cosa avranno provato
nel loro cuore, vedendo Gesù angosciato e che a loro chiede vicinanza e sostegno?
Per tre anni l’ avevano visto sempre deciso
a fare del bene a tutti, ora è lui che, chiede a loro un aiuto. Quale
sconcerto!..
Gesù davanti al Padre
Andò un poco più avanti, cadde
faccia a terra e pregava, dicendo:" Padre mio, se è possibile, passi via
da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!" (Mt26,
39) Gesù chiede, supplica il Padre come
fa un figlio con il suo papà. Non
pretende, ma invoca. Gesù pregò così una volta, due volte... e pregò per la terza volta, ripetendo le
stesse parole. (Mt. 26, 44).
Il ripetere le parole nella
preghiera, come è per noi, dilata il
cuore, libera il cuore, riscalda il cuore per preparare ad accogliere la
Volontà del Padre. L'accoglienza della Volontà del Padre è per Gesù, talmente
gravosa che, sudando sangue, arriva a
dire: "Sia fatta la Tua Volontà".
Gesù rimprovera i suoi amici: " Venne dai discepoli e li trovò
addormentati. E disse a Pietro:" Così
non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate. per non entrare in
tentazione. Lo Spirito è pronto, ma la carne è debole". (Mt.
26,40-41)
Gesù qui, inizia a vivere la solitudine che culminerà sulla croce, quando dirà:
" Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato". (Mt, 27,46)
Queste Parole restano un mistero per noi, sapendo che Gesù aveva detto: " Io non sono mai solo, perché io e il Padre siamo una cosa sola". Gesù disse: “ Pregate e vegliate ! Perché lo spirito è pronto, ma la carne è debole". Pietro poco prima, gli aveva risposto:"Se tutti si scandalizzeranno di te , io non mi scandalizzerò mai". E, anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò". ( Mt, 26, 33- 34)
Anche noi, come loro, siamo deboli e fragili. Gesù ci aveva già detto : “ Senza di me non potete far nulla” (Gv .15, 6 ) San Paolo ci esorta ad avere fiducia con queste parole: " Cristo fu crocifisso per la sua debolezza, ma vive per la potenza di Dio. E anche noi che siamo deboli in lui, saremo vivi con lui per la potenza di Dio” (2Cor. 13, 4)
Ho fatto l'esperienza che
nel fare la Volontà di Dio ho trovato pace e gioia?
La prova, la sofferenza mi hanno allontano da Dio, o mi hanno avvicinato?
L' esempio di Maria
Con fiducia guardiamo a Maria.
Maria
disse all'angelo. " Eccomi, avvenga di me quello che hai detto".
(Lc 1, 38)
La Vergine Immacolata con il suo SI, ha permesso a Dio di farsi uomo per
salvare tutti noi. "Attorno a lui era seduta la folla, e gli
dissero:" Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e
ti cercano". Ma egli rispose
loro:" Chi è mia madre e chi sono miei fratelli? Girando lo sguardo su
quelli che erano seduti attorno a lui
disse: " Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la Volontà di Dio costui per me
è fratello, sorella e madre" (Mc. 3, 32, 34) Maria ha fatto sempre la
Volontà di Dio , fino sotto la croce. Ecco perché dobbiamo guardare a lei e
chiedere il suo aiuto.
Chiedo aiuto a Maria, soprattutto quando la sua Volontà è per me incomprensibile?.
COME IN CIELO, COSÌ IN TERRA
Come si realizza la Volontà di Dio in cielo? Il cielo è il paradiso: dove ciascuno di noi sarà in Dio , contemplando il suo volto per l'eternità! Certo che il nostro Padre è meraviglioso.
Sono consapevole di avere un Dio Padre così?
DACCI OGGI IL L NOSTRO PANE QUOTIDIANO
L'uomo e il cibo Dio creò l'uomo e gli preparò il luogo dove abitare e come vivere, illuminato dalla Parola di Dio. "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai magiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire". (Gn. 2, 15 – 17)
La
disobbedienza al comando del Signore, porta l'uomo alla rottura dell'armonia
tra il cibo e la vita. Infatti, all'uomo
Dio disse " Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato
dell'albero di cui ti avevo comandato: " Non devi mangiarne",
maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per
tutti i giorni della tua vita. Con il
sudore del tuo volto mangerai il pane". (Gn. 3, 17; 19)
Questo comando del Signore, fa impressione, se ascoltate in profondità. Le
conseguenze di quella disobbedienza sono disastrose, se si pensa alla vita
delle generazioni. Davvero, la Parola di Dio si avvera sempre.
Cosa dice a me, oggi?
Dio nutre il suo popolo
Nel
deserto il popolo d'Israele, liberato da Dio dalla schiavitù d'Egitto fa
l'esperienza di essere nutrito da Dio stesso. Ma..." Nel deserto tutta la
comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti
dissero loro: " Fossimo morti per mano del Signore nella terra d'Egitto,
quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà!
Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per fare morire di fame tutta
questa moltitudine". (Es 16, 2 – 3)
Cosa dice a noi questa lamentela del popolo?
Questo popolo liberato dalla schiavitù opprimente e dolorosa e che ora di fronte alla mancanza di cibo arriva a condannare perfino chi ha dato loro la libertà, gratuitamente.
Come agisce Dio?
Dio, di fronte alle
mormorazioni del suo popolo non ha parole di rimprovero, non rimane
indifferente. Ascolta e risponde.
" Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: "
Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io
sono il Signore, vostro Dio". (Es.
16, 12) Inoltre, Dio disse:" Raccogliete quanto ciascuno può mangiarne, un
omer a testa, secondo il numero delle persone che sono con voi. Ne prenderete
ciascuno per quelli della propria tenda". (Es. 16, 16)
Ancora oggi , Dio ascolta i suoi figli, ma i suoi figli si rivolgono a Lui?
Sono disponibili a compiere quello che Lui domanda, per il bene di tutti?
La povertà e la disuguaglianza tra i popoli sono opera dell'egoismo dell'uomo e della sua disobbedienza a Dio Padre di tutti.
DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
Nella prima parte del Padre nostro, Gesù c'invita a volgere il nostro sguardo e il nostro cuore a Dio per realizzare insieme il suo progetto d'amore.
Nella seconda parte, è Gesù che guarda all'uomo fragile, ferito, peccatore e lo mette in guardia dal tentatore che vuole rubare la sua pace. Gesù disse:" Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo. Perché, dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore". (Mt. 6, 19- 21)
Dove è il mio cuore?
Quali sono le cose che valgono per me?
Gesù ancora ci dice : " Non preoccupatevi per la vostra vita di quello che mangerete o berrete. Nè per il vostro corpo... La vita non vale più del cibo e il corpo più del vestito"? (Mt. 6, 25) Sì. Vale di più. Ma il cibo è necessario, tanto è vero che Gesù c'insegna a chiederlo ogni giorno.
Dove sta allora l'errore? Dove sta la differenza, se Egli dice che tutte queste cose vanno in cerca i pagani?
Sta nell'aver fiducia in lui e nella sua Provvidenza. Egli sa, egli desidera che noi suoi figli glielo chiediamo con semplicità e umiltà come fanno i figli con i propri genitori. La testimonianza dei Profeti, la stessa famiglia di Nazareth, i Santi dimostrano che Dio è fedele alle sue promesse.
Io prego così?
Vivo con sobrietà?
Come reagisco, quando a me manca qualcosa?
Gesù ha una Parola
illuminante anche sulla natura stessa del cibo rispondendo ai farisei che lo
accusano di non far osservare la Tradizione degli antichi. Gesù disse loro: "Ascoltate, non ciò che
entra nella bocca rende impuro l'uomo; ciò che esce dalla bocca, questa rende
impuro l'uomo!". (MT 15,
10-11). Davvero, dall'interno dell'uomo,
dal suo cuore vengono le decisioni: buone o cattive che lo portano poi ad
agire.
Gesù dà il vero cibo. Allora Gesù, alzati gli occhi, vide una grande folla e
disse a Filippo: "Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da
mangiare? Gli disse uno dei suoi discepoli, Andrea. C'è qui un ragazzo
che ha cinque pani d'orzo e due pesci". Allora Gesù prese i pani e,dopo
aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti". (Gv. 6,5 – 11)
Gesù è attento ai bisogni della folla, interviene senza che glielo chiedano, coinvolge i suoi insegnando a rendere grazie al Padre. Egli compie il Segno, prepara così a poco a poco i suoi discepoli a comprendere e ad accogliere la Verità più profonda della sua missione: dare la vita per noi. Gesù dopo aver dato il cibo per il corpo, dona il suo corpo come cibo: l'Eucaristia. Gesù disse:" Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. Allora i Giudei si misero a discutere fra loro:" Come può costui darci la sua carne da mangiare?" (Gv 6, 48- 52)
I
Giudei discutono. Certo, le parole di Gesù sono sconvolgenti. Mai un uomo ha
osato dire questo e chi può comprenderlo? Noi cosa avremo detto o fatto di
diverso? Gesù però, insiste con fermezza e solennità: "In verità, in
Verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non
bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e
beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. Chi
mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in
lui. (Gv. 6, 53- 56)
Per molti questa parola è dura e incomprensibile, ma Gesù, Io vi dico:" se
non mangiate, se non bevete, non avete in voi la vita". Ma, " Chi
mangia, chi beve :" Rimane in me e io in lui"! E ancora, " Chi
mangia questo pane vivrà in eterno". La sua parola provoca
l'allontanamento di molti, ma Gesù non teme di rimanere solo. È disposto a
tutto, tanto che disse ai dodici:" Volete andarvene anche voi?
". (Gv. 6, 67)
Egli non aveva mai parlato così. Non cerca di spiegare come fece altre volte,
solo ripete più volte il suo messaggio. Mette così i suoi prediletti di
fronte a una decisione definitiva: accettare questa verità, oppure, lasciarlo!
Solo Pietro ha il coraggio di esporsi dicendo:" Signore, da chi andremo?
Tu hai parole di vita eterna. Noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il
Santo di Dio". (Gv. 6, 67 – 69)
Fa davvero impressione la provocazione di Gesù.
E’ importante il dono dell'Eucaristia.
Oggi, molti cristiani lasciano la partecipazione alla S. Messa. Molti
rinunciano a ricevere l’Eucaristia, il Pane della Vita, per futili motivi
e con tanta indifferenza.
Che responsabilità abbiamo noi nei confronti di coloro che non hanno conosciuto Gesù, come Pane disceso dal cielo!
Che posto ha l'Eucaristia nella mia vita?
San Francesco scriveva ai suoi frati:
L'Eucaristia è il grande segno dell'amore del Padre per noi. Ecco, ogni giorno Gesù si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine. L'umanità trepidi, l'universo intero tremi, e il cielo esulti, quando sull'altare, nelle mani del sacerdote, è il Cristo Figlio di Dio vivo. O ammirabile altezza o degnazione stupenda! O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell'universo, Dio e Figlio di Dio, così si umilia da nascondersi, per la nostra salvezza, in poca apparenza di pane. Guardate, fratelli, l'umiltà di Dio e aprite davanti a Lui i vostri cuori. (Dalle Fonti Francescane)
Venite Benedetti
Belle
sono le parole che Gesù promette ai suoi quando dirà loro al termine della
vita. " Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno
preparato per voi fin dalla fondazione del mondo, perché io ho avuto fame e mi
avete dato da mangiare". Allora, gli risponderanno: " Signore, quando
mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? Rispondendo dirà
loro:"Ogni volta che avete fatto questo a uno solo dei miei fratelli più
piccoli, l'avete fatto a me". (Mt.
25, 34 - 37- 40)
Quanta consolazione riempie il nostro cuore, sapendo che Gesù
ricompenserà ogni atto d'amore! Ma, Gesù ha detto anche a quelli che saranno
alla sinistra:" Via, lontano da me, maledetti, perché ho avuto fame e non
mi avete dato da mangiare". (Mt.
25, 41-42)
Anch'essi allora risponderanno:" Signore, quando ti abbiamo visto affamato
e non ti abbiamo servito?". Allora egli risponderà loro:" In verità
io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi piccoli, non
l'avete fatto a me". (Mt. 25, 44-
45)
Chiediamo a Gesù di aiutarci a mettere in pratica le sue Parole di Verità, per
sentirci dire con gioia: " Tutto quello che hai fatto a uno di questi
piccoli, l'ha fatto a me” . Vieni
Benedetto!
RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI, COME ANCHE NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI
La
storia dell'uomo e del popolo d'Israele è una storia di peccati e di perdono e
misericordia del Signore. L'uomo fugge da Dio e Dio lo cerca, lo riporta a sé.
"Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da
tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli. Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi
uno spirito nuovo, toglierò da voi i l cuore di pietra e vi darò un cuore
di carne. Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio"
(Ez 36, 25- 26; 28)
Questa parola si era già realizzata nel passato, quando il Re Davide peccò e
Dio lo perdonò.
Davide dopo aver commesso il peccato di adulterio e aver fatto uccidere Uria,
marito di Betsabea, si pentì e
pregò così: " Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua bontà cancella il mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato
mi sta sempre dinanzi. Contro te, contro te solo ho peccato, quello che è male
ai tuoi occhi, io l'ho fatto, così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel
tuo giudizio". ( Sal, 50)
Gesù medico dell'anima e del corpo
Gesù
disse al paralitico:" Figlio, ti sono perdonati i tuoi peccati". (Mc. 2, 5)
Di fronte alla meraviglia e lo scandalo che Gesù provoca nella gente, egli
proclama la sua autorità. “Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il
potere di perdonare i peccati sulla
terra, dico a te - disse al paralitico -
:" alzati, prendi la tua barella e va' a casa tua; quello si alzò e subito
prese la sua barella sotto gli di tutti se ne andò, tutti si meravigliarono e
lodavano Dio, dicendo:”Non abbiamo mai visto nulla di simile!”. (Mc. 2, 10 – 12) Gesù dimostra così il primato della liberazione dal peccato su tutti i mali
dell'uomo. Egli è il Salvatore! Gesù
nella parabola del Padre misericordioso ci
rivela quanto è grande il Suo
Amore per ogni uomo.
"Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò". (Lc. 15, 20)
Ho fatto esperienza di questo amore ? Quando? Dove?
RIMETTI A NOI, COME ANCHE NOI
La
nostra esperienza di peccato è di tutti i giorni, non solo verso Dio, ma anche
tra di noi : figli, fratelli e sorelle. Gesù ha un insegnamento chiaro a
riguardo del perdono tra di noi: la
correzione fraterna. Egli disse:" Se tuo fratello commetterà una colpa,
rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette
volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: " sono
pentito" , tu gli perdonerai". (Lc. 17, 3- 4) Gesù usa una parabola per farci capire
meglio.
" Il regno dei cieli è simile ad un Re che volle regolare i conti con
i suoi servitori. Gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti.
Poiché costui non erano grado di restituire, il padrone ordinò che fosse
venduto lui con la moglie, i figli c'è quanto possedeva, e così saldasse il
debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo:" Abbi
pazienza con me e ti restituirò ogni cosa". Il padrone ebbe compassione di
quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo
trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo
e lo soffocava, dicendo: " Restituisci quello che devi" . Il
compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: " Abbi pazienza con me e
ti restituirò".
Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse
pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni andarono a
riferire al padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone chiamato quell'uomo gli
disse:" Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché tu mi
hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come
io ho avuto pietà di te? ". Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli
aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre
mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio
fratello". (Mt. 18, 23- 35) Questa parabola è davvero importante, è
necessario leggerla spesso, perché ci aiuta a vivere con più amore nei
confronti del prossimo. “ Così anche il Padre mio farà con voi!” Il perdono e
la misericordia del Padre è infinita, ma egli chiede a noi di
comportarci come suoi veri figli. Il perdono è
la cosa più difficile da fare, ed è
impossibile per l'uomo con le sue sole forze. Dio dà la Grazia a chi la chiede. Si, con lui
tutto è possibile! Saremo perdonati solo
nella misura in cui avremo perdonato gli altri. San Paolo ci esorta così. “ Rivestitivi, come eletti di Dio, santi e
amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di
pazienza; sopportandovi a vicenda e
perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi
degli altri: Come il Signore vi ha
perdonato, così fate anche voi.
Ci fa bene riflettere l'esempio del Beato Tommaso Moro. Condannato ingiustamente.
Egli scriveva con un pezzo di carbone sul muro della prigione: " Non ho
niente contro il mio nemico, perché: Se
egli si pente prima della morte, sarà salvo, e come potrei io odiare
attualmente un uomo che dovrò amare e che mi amerà eternamente? Se poi persevera nella cattiveria ciò
costituisce per lui una disgrazia tanto grande che mi consideri un balordo
crudele se non avessi pietà del suo spaventosi castigo".
Il perdono di Gesù
Gesù,
nel momento del dolore più atroce c'insegna la preghiera del perdono:
"Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno". (LC. 23, 34)
Gesù non ha solo chiesto al Padre di perdonare i suoi crocifissori, ma Egli
stesso dona il suo perdono a uno dei malfattori. Uno dei due malfattori appesi alla croce lo
insultava:" Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi! L'altro invece lo rimproverava dicendo:
" Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?
Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre
azioni; egli invece non ha fatto nulla di male". E disse:" Gesù, ricordati di me quando
entrerai nel tuo regno ". Gli rispose : "In verità io ti dico: oggi
con me sarai nel paradiso". (Lc. 23, 39 – 43) Un insegnamento viene anche dal buon ladrone:
come chiedere il perdono. Egli infatti, prima di tutto fa verità sulla
sua vita dicendo: - noi giustamente - e poi, con umiltà e
fiducia dice a Gesù: “Ricordati di me”. Gesù è sempre pronto a perdonarci se
abbiamo l’umiltà di chiederglielo.
Credo fermamente alla potenza del suo perdono?
Il grande dono
Gesù dà agli apostoli nel cenacolo il potere di perdonare i peccati. La sera di Pasqua istituisce il sacramento della Riconciliazione. "Venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: "Pace a voi!". Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi!". Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi". Detto questo, soffiò e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati". (Gv. 20, 19 – 23)
Poi, dona lo Spirito Santo che è il suo Amore, anzi, è lui stesso: Amore misericordioso, potente ed eterno che rinnova la vita. Quanta indifferenza e ingratitudine c'è in noi, Signore, quando lasciamo così facilmente il sacramento della Riconciliazione. È il Dono che guarisce la nostra vita e ci dona la forza di perdonare anche noi ai nostri fratelli.
Quando sono angosciato dal peso dei miei peccati ricorro con
fiducia alla Riconciliazione?
Se non è così, perché?
Ho fiducia in Gesù che può liberarmi da ogni male?
Gesù non ha tenuto per sé questo privilegio, ma lo ha donato ai suoi ministri,
i sacerdoti. Essi sono uomini peccatori, ma sono stati scelti da Gesù, come i
suoi apostoli.
Gesù ha detto loro : " Ecco io vi ho dato il potere di camminare sopra
serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà
danneggiarvi “ (Lc. 10, 19). E ancora: " Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto
il mondo" (Gv. 16, 33)
Al termine del Padre nostro, Gesù dice : “ Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe (Mt 6,14-15).
Colpisce molto il fatto che ,Gesù di tutta la preghiera del Padre nostro riprenda solo il riferimento al perdono.
So perdonare di cuore chi mi fa del male?
Penso che anche gli altri hanno tanto da perdonare nei miei confronti?
E NON
ABBANDONARCI ALLA TENTAZIONE
Gesù ci parla spesso della
tentazione. In un dialogo con i Giudei
egli disse: “ Il diavolo è stato omicida fin dal principio e non ha perseverato
nella verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e
padre della menzogna“. ( Gv 8, 44 )
Egli è menzognero, per questo tenta l’uomo con inganno. La tentazione è
un’occasione offerta all’uomo dal tentatore
quando, si crede forte e sicuro con le sue solo forze.
Gesù è sempre sicuro di sé, perché è sempre nella verità. Allora Pilato gli disse: “ Tu sei re? “. Rispose Gesù. “ Tu lo dici: io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto al mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. ( Gv 18, 37 ) La Verità è luce, la menzogna è tenebra! Ciascuno di noi ne fa esperienza. Il tentatore cerca di attirarci per confonderci, per dividerci dagli altri, come ha fatto all’inizio con Adamo ed Eva.
Gesù però ci assicura:” Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. ( Gv 8, 12 )
Pietro e la tentazione
Pietro disse a Gesù: “ Anche se tutti si scandalizzassero, io no!”. Gesù gli disse: “In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai”. Ma egli, con grande insistenza, diceva : “ Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò”. ( Mc, 14, 29 – 31) Questo dialogo di Gesù con Pietro ci deve far riflettere. Gesù ascolta Pietro in silenzio, lascia che dica con libertà quello che sente nel suo cuore, pur sapendo che non lo farà. Quanta pazienza! Quanto amore! Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse : “ Anche tu eri con Gesù, il Galileo! Ma egli negò davanti a tutti dicendo : “Non capisco che cosa dici“. ( Mt 26, 69 – 70 ) Pietro per ben tre volte è vinto dalla tentazione, la paura lo domina. Gesù però, non lo lascia nell’oscurità della tentazione. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro; e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: “Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte“. E, uscito fuori , pianse amaramente. ( Lc 22, 61 – 62 ) A Pietro, sono bastati il ricordo delle parole di Gesù e il suo sguardo per fare chiarezza dentro di sé.
Sono anch’io una persona che ama la luce e si lascia illuminare dalla Parola di Dio?
Cerco la verità dentro di me, anche quando mi costa?
Giuda e la tentazione
Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano in che modo toglierlo di mezzo, ma temevano il popolo. (Lc 22, 1-2 ) I capi cercavano di uccidere Gesù, altre volte hanno tentato di farlo, inoltre, c’era un ostacolo: il popolo. Gesù era amato, stimato e seguito dal popolo, la gente semplice e umile. Quale insegnamento! Anche oggi succede questo. Spesso i cristiani semplici e umili sono di esempio, perfino, a chi ha delle responsabilità religiose e civili.
Allora dopo che prese il boccone satana entrò in Giuda. ( Gv 13, 27 ) L’evangelista Giovanni riporta questa notizia che fa rabbrividire e scuote la nostra pigrizia e indifferenza, nei riguardi della forza strisciante del potere del male che cresce nel cuore umano. Com’è possibile che, uno degli eletti del Signore arrivi a lasciar così tanto spazio nel suo cuore al tentatore , satana? Ed egli andò a trattare con i capi dei sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo a loro. Essi si rallegrarono e concordarono di dargli del denaro. ( Lc 22, 4 -5 ) Il denaro è il mezzo che satana usa per attirare a sé l’uomo. Eppure, Giuda aveva sentito da Gesù stesso quell’insegnamento: “Non potete servire Dio e le ricchezze“. ( Lc 16, 13 ) Inoltre, egli aveva visto Gesù compiere segni e prodigi, ma il suo cuore ormai, si era da lui allontanato. Infatti, il male, il peccato è un laccio che poco a poco avvolge tutta la persona, così Giuda non avverti neppure l’amore infinito di Gesù. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo : “ Quello che bacerò , è lui; arrestatelo!”. Subito si avvicinò a Gesù e disse : “Salve, Rabbì!“. E lo baciò. E Gesù gli disse : “Amico, per questo sei qui!“. ( Mt 26, 48 – 50 ) Colpisce il fatto che Giuda si penta del suo tradimento ma rimanga nelle tenebre, mentre al contrario, Pietro riesce ad uscirne. E’ bene riflettere a lungo su questo mistero del male, perché è la realtà dell’uomo peccatore. San Paolo ci incoraggia con queste parole : “Nessuna tentazione superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere “. ( 1 Cor 10, 13 ) Il Signore ci aiuta sempre ma, è necessario liberarci dal nostro orgoglio e chiedere con fiducia la sua Grazia.
Gesu’ e la tentazione
L’esempio più eloquente di come vincere il tentatore, ci viene da Gesù. A Lui non viene risparmiato proprio nulla della realtà umana e, come ogni uomo, è posto di fronte al maligno, autore di morte. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: “Se tu sei il Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane“. Ma egli rispose: “ Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio“. (Mt 4, 3 – 4) Il tentatore si presenta a Gesù invitandolo a risolvere il primo bisogno dell’uomo, il cibo. Gesù aveva sfamato la folla con il pane materiale, ma donerà soprattutto il vero Cibo, quando dirà: “Prendete, mangiate: questo è il mio corpo“. (Mt26, 26) Sarà con questo cibo che l’uomo vincerà il tentatore, in forza della sua potente Parola. Nella seconda tentazione, è il tentatore che usa la Parola di Dio, la preghiera del Salmo (91, 11 -12) “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani perché non inciampi in una pietra“. Gesù gli rispose: “Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo“. ( Mt 4, 7 ) Qui, il tentatore ha la pretesa di sottomettere Gesù alla sua volontà, ma Gesù lo vince. Nella terza tentazione, egli si mette al posto di Dio con la menzogna, pur di ottenere, se possibile, il suo consenso. Davvero, il tentatore è terribile! Infatti, egli disse a Gesù: “Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi odorerai“. Allora Gesù gli rispose: “Vattene, satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto“. (Mt 4, 9 -10) Gesù non tratta con il diavolo, la Parola di Dio è la sua arma vincente e con essa lo sconfigge.
Ho sperimentato anch’io, nella tentazione, la potenza della Parola di Dio?
MA LIBERACI DAL MALE
La preghiera del Padre nostro termina con le invocazioni che si completano: e non ci abbandonare alla tentazione, ma liberaci dal male. La missione che Dio Padre affida a Gesù è questa: quella di liberare l’uomo dal male non solo del corpo e dello spirito, ma anche quella di smascherare il peccato nascosto nel cuore dell’uomo. Gesù inoltre, condanna chi lo compie e chi lo provoca, soprattutto con lo scandalo, l’ipocrisia e la menzogna.
Lo scandalo
Gesù disse: “ Chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Chi invece scandalizzerà uno solo di questi bambini che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da molino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandagli! E’ inevitabile che vengano scandagli , ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!“ ( Mt 18, 5 – 7 ) Sono parole terribili di Gesù che, raramente vengono lette e ascoltate.
Cosa suscitano dentro di me?
La nostra società è invasa dagli scandagli di ogni genere, anzi a volte, sembra che parlare o sapere di questo o di quello scandalo è l’occasione per noi, per dare un giudizio su questa o quella persona. E’ tempo anche per noi cristiani, di fermarci a riflettere seriamente e, domandarci quanto siamo in grado di far emergere la verità del Vangelo. Quanto siamo disposti a denunciare il male, e contrariare le leggi che offendono i Comandamenti di Dio? C’è anche in noi: in famiglia, nella scuola, nei luoghi del divertimento e del lavoro un linguaggio laico che nasconde indifferenza e ipocrisia? Che ci dirà Gesù nel giorno del giudizio? Gesù disse ancora: “ Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”. ( Mt 18, 10 ) “Non disprezzare un bambino” e oggi , si arriva ad eliminarlo se dà fastidio, se è di troppo! Oppure, facciamo come fecero i discepoli che li allontanavano da Gesù?“ Allora gli furono portati dei bambini, perché gli imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: “Lasciateli, non impedite che i bambini vegano da me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli”. ( Mt 19, 13 – 14 )
Come genitori ed educatori parliamo ai bambini di Gesù, lo facciamo conoscere? Impediamo loro di incontrarlo nei sacramenti, soprattutto nel riceverlo nell’Eucaristia, proponendo loro alternative meno importanti?
Insegniamo loro a pregare ?
L’ ipocrisia
Gesù condanna spesso l’ipocrisia degli uomini del suo tempo, rivolgendosi soprattutto, a coloro che avevano una certa responsabilità. Egli diceva loro: “ Guai a voi, scribi e farisei, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto, non entrate voi e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di marciume. Così anche voi, all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità “. ( Mt 23, 25 – 28 ) L’ipocrisia è il cancro della vita dell’uomo, del cristiano. Per questo, c’è bisogno della Grazia del Signore per combatterla, perché può manifestarsi, perfino nella nostra preghiera. Gesù ce ne parla con una eloquente parabola. “ Due uomini salirono al tempio per pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “ O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “ O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato “. (Lc 18 , 10 – 14) Nel vangelo troviamo spesso descritte varie categorie di persone. La Parola di Dio che è sempre vera, non teme queste precisazioni che possono far nascere dei giudizi anche sbagliati. Infatti, il Fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “ O Dio, Ti ringrazio che non sono come gli altri”, considerando solo le opere esteriori; invece, per Dio è il cuore sincero che conta e quelle parole diventano un’offesa a Dio, non una lode. La tentazione è sottile e insidiosa, ed è facile cadere in essa, se non si è cercatori della verità. Il confronto con il pubblicano è condannato da Gesù con autorità e verità dicendo: “ Perché, chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. (Lc 18, 14) Lo stile del pubblicano deve essere il nostro atteggiamento; pertanto, la preghiera autentica è : “ O Dio, abbi pietà di me peccatore “. Essa non è una preghiera umiliante, ma vera. San Paolo aveva già scritto alla comunità di Corinto: “Non vogliate giudicare nulla prima del tempo, finchè venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio. (1 Cor 4 – 5) Il Signore aveva già detto queste Parole bellissime e consolanti: “Io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda all’apparenza, il Signore guarda il cuore” (1 Sam 16,7)
Com’è la mia preghiera?
Quando la tentazione del giudizio sui fratelli disturba la mia preghiera, cosa faccio?
Riesco a combatterla o lascio che penetri nel mio cuore, pensando che non mi recherà danno?
La menzogna
Disse Gesù: “Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato“. ( Lc 10, 16 ) Ci chiediamo: Come possiamo combattere il male e il demonio, padre della menzogna? C’è un solo rimedio: rispondere con la propria vita alla Parola di Gesù che è Verità. Si, è necessario cercare sempre la verità, fare verità, prima di tutto dentro di noi, anche quando costa.
Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. (Gv 8, 31 – 32) “Rimanere “ è una parola consolante ed illuminante. Gesù disse ancora: “In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta sempre nella casa; il figlio vi resta sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero”. (Gv 8, 34 – 36) Gesù ci ha liberati dal male con la sua morte e resurrezione. Ora, è vivo con noi per sempre, quindi, credere in Lui e seguirlo è la nostra salvezza.
Suor Elisa
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