CON TE ! CRISTIANI - Tappa 2 - Tempo 5 in tempo di Covid - 19

NON RUBARE

NON DESIDERARE LA ROBA D’ALTRI

 

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Riferimenti sussidio: pp. 26 – 27.

·         Riferimenti guida: pp. 52 – 54.

Strumenti e materiale: materiale per una merenda, tabelle con i dati popolazione mondiale.

·         Cosa vogliamo vivere

Si vuole iniziare ad approfondire il senso dei comandamenti legati al rapporto con le cose e al loro uso: “Non rubare” e “Non desiderare la roba d’altri”.

In primo luogo si vogliono aiutare i ragazzi a comprendere il valore di ciò che già possiedono: anziché fissare l’attenzione (e lamentarsi) per ciò che non hanno, essi sono invitati ad accorgersi che non è scontato poter avere così tante cose, come spesso accade nella loro vita; di conseguenza, sono invitati anche a vivere la riconoscenza per ciò che scoprono essere gratuitamente messo a loro disposizione.

In secondo luogo, si aiutano i ragazzi a percepire che dall’essere persone mai contente di ciò che hanno, si arriva in fretta all’essere persone in preda a desideri smodati, che rendono schiavi e portano persino a compiere azioni da tutti riconosciute come sbagliate (come, ad esempio, il rubare)1.

L’esperienza descritta può essere vissuta anche nel quadro di una domenica insieme2.

 

·         Esperienze: gioco di ruolo e riflessione successiva.

 

·         Svolgimento base

È possibile prevedere uno svolgimento in tre momenti:

1.      gioco di ruolo: la merenda dei popoli;

2.      riflessione su quanto vissuto;

3.      preghiera e rilancio.

 

1.      Gioco di ruolo: la merenda dei popoli

Il gioco di ruolo da proporre consiste in una merenda un po’ speciale che coinvolge tutti i ragazzi: con un numero maggiore di partecipanti, infatti, l’effetto dell’esperienza è certamente più accentuato.

Per attuare questa attività occorre previamente dividere i ragazzi in sette gruppi, ciascuno de quali viene denominato secondo le varie regioni del mondo, e stabilire una certa quantità di cibo e bevande da dare ad ognuno di questi. Per farlo, si possono utilizzare due tabelle, disponibili nello spazio web nei file “Calcolo popolazione mondiale” e “Gioco merenda dei popoli”3.

I catechisti, senza alcuna introduzione, possono annunciare che, in questo Tempo, hanno pensato di offrire una buona merenda ai ragazzi: sarà una merenda un po’ speciale e ciascuno avrà il suo posto assegnato da alcuni biglietti. Ad ogni ragazzo verrà quindi distribuito un biglietto che lo assegna ad una regione del mondo (Cina, Asia e Oceania, Africa, Russia, Europa occidentale, America latina, America del Nord); poi a ciascuno verrà offerta la razione di biscotti e di bevande corrispondente alla propria provenienza e si inviteranno tutti a mangiare e bere. Non si daranno spiegazioni ulteriori ai ragazzi, ma si cercherà di osservare le loro reazioni, per poterne discutere in gruppo, in un secondo tempo dell’attività: il gioco infatti innescherà inevitabilmente alcuni sentimenti, come l’invidia, il senso di ingiustizia o al contrario la gioia di possedere molto e di sentirsi più fortunati di altri.

Si può anche provare a tenere alcuni biscotti da parte, per poi passare, quando tutti avranno terminato di mangiare, ad offrirli ai ragazzi dell’America del Nord e dell’Europa occidentale; se costoro non ne vorranno più, si fingerà di buttarli via.

In un secondo momento, finita la merenda, si chiederà ai ragazzi di ciascun gruppo di reagire a questa situazione, evidentemente ingiusta: cosa faranno i ragazzi dell’America del Nord e quelli dell’Europa occidentale? E quelli dell’Africa? Si invitano tutti “a muoversi”, cioè a fare qualcosa per cambiare la propria posizione, mantenendo al tempo stesso il silenzio: devono essere le loro azioni a parlare per loro. Probabilmente alcuni ragazzi tra i gruppi “poveri” sceglieranno di spostarsi nei gruppi delle regioni più “ricche” per avere da mangiare, oppure andranno a prendere del cibo in altre regioni, oppure inizieranno a immaginare degli scambi tra i diversi paesi, oppure ancora altri ragazzi tra i “ricchi” sceglieranno di donare del cibo a quelli delle regioni più povere.

 

Questo gioco di ruolo può essere realizzato in modo semplice ed è molto efficace, perché permette ai ragazzi di sperimentare alcune dinamiche del rapporto tra i popoli, ma anche di percepire l’ingiustizia subita dalle regioni più povere.

Qualche comunità educante potrebbe anche elaborare l’attività in modo ancora più curato, enfatizzando la differenza di situazione (ad esempio: preparando dei posti comodi da sedere per le regioni più ricche, lasciando invece sedere per terra tutti gli altri); questo gioco di ruolo si presta bene anche ad un inserimento nel quadro di una domenica insieme con i genitori, diventando così uno spunto di riflessione anche per gli adulti4.

 

In  questo tempo di emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid – 19 è impossibile pensare, di qualsiasi colore sia dipinta la nostra regione – sia essa di colore giallo, arancione o rosso - di poter vivere la merenda dei popoli così come proposta sopra. Anche se possiamo riprendere a vivere gli incontri di catechesi “in presenza”, tuttavia, il distanziamento a cui sia tenuti ci obbliga a rinunciare, nostro malgrado, a vivere questa bellissima esperienza (sappiamo che è un’ esperienza davvero “edificante” perché l’abbiamo già proposta in altro gruppo)

https://lagioiadellannuncio.jimdofree.com/4-anno-quinta-elementare/2-tappa/  

 

Ed allora, rinunciamo? Sarebbe un vero peccato!!! Ed allora, abbiamo pensato di realizzare un video – ecco il link per poterlo vedere  https://youtu.be/AkwLl6mv5V4  - che ci potrebbe aiutare!!! Il video, che è un po’ lungo, può essere comodamente presentato ai ragazzi dividendolo in due parti:

 

Ø  la prima, ci può aiutare nell’accompagnare i ragazzi a comprendere il valore di ciò che già possiedono: anziché fissare l’attenzione (e lamentarsi) per ciò che non hanno, essi sono invitati ad accorgersi che non è scontato poter avere così tante cose, come spesso accade nella loro vita!!! Nella riflessione, che proporremo loro al termine della visione del primo spezzone, li potremo accompagnare anche a vivere la riconoscenza per ciò che scoprono essere gratuitamente messo a loro disposizione.

 

Ø  la seconda parte invece è un invito per i ragazzi – anche se solo virtuale – a sedersi alle “tavole” dei ricchi e dei poveri!!! Dopo aver visto quanto proposto nella parte finale del video, li potremo facilmente accompagnare nella riflessione di cui al punto 2 della presente scheda.

 

 

Ma – si potrebbe obiettare – in questo modo i ragazzi non avranno la possibilità di “fare esperienza reale” di sedersi alle tavole dei ricchi e dei poveri e, quindi, il messaggio difficilmente potrà diventare bagaglio del loro vissuto!!! Per ovviare a questo possibile inconveniente, si potrebbe proporre ai genitori di “preparare realmente” in famiglia la merenda dei popoli. Come? Beh, si potrebbe inviare loro il video - accompagnandolo con alcune parole di spiegazione – per poi  invitarli a preparare in casa le due tavole!! Sarebbe davvero una “bella e buona” occasione di dialogo e di confronto familiare!!!

 

Se proprio non si avesse la possibilità di realizzare la merenda, e quindi il gioco di ruolo, ci si può limitare a leggere insieme la testimonianza di una giovane, che ha vissuto questa stessa esperienza nell’Arsenale della Pace a Torino e che condivide i propri pensieri di fronte ad essa, ma anche le scelte che ha compiuto in seguito:

http://www.sermig.org/nponline/166-np/1425-arsenale-della-pace-il-mondo-a-tavola). Questa testimonianza può risultare utile anche per la fase di riflessione che segue.

 

1.      Riflessione su quanto vissuto

Terminato il gioco, è bene dedicare del tempo per riprendere l’esperienza vissuta e in particolare i sentimenti che i ragazzi hanno provato: li si suddividerà quindi in gruppetti, in modo che tutti abbiano la possibilità di parlare nel tempo disponibile, e si chiede a ciascuno di esprimere quanto ha vissuto nella situazione proposta dal gioco di ruolo: si può partire, ad esempio, dai sentimenti che i ragazzi hanno provato (è probabile che qualcuno abbia sperimentato gioia, altri invece rabbia o invidia…).

 

Raccolte le impressioni di tutti si chiede poi di esprimere un giudizio su questa  situazione di disparità, che sul Sussidio (p. 27) viene rappresentata attraverso una spartizione sproporzionata di una torta.

Infine il catechista può far emergere non solo le logiche che caratterizzano il mondo attuale, ma anche il senso profondo dei comandamenti su cui si sta riflettendo: il Signore chiedendo di non desiderare la roba d’altri sta mettendo in guardia da un’ingordigia che trasforma in persone mai contente di ciò che hanno e che non sanno aprire gli occhi sui bisogni degli altri. Quando il desiderio diventa bramosia una persona non è più padrona di se stessa: per possedere l’oggetto dei suoi desideri, potrebbe arrivare a compiere azioni universalmente ritenute riprovevoli, come rubare. Quando invece si sa dialogare con i propri desideri – assecondandoli o ridimensionandoli secondo il caso –, con il mondo e con gli amici che stanno intorno, ci si può rendere conto di quanto già si possiede, esserne grati e anche metterlo a disposizione e farlo fruttare per il bene di tutti.

I comandamenti sul rubare e il desiderare, allora, non si limitano a vietare dei comportamenti “sbagliati”, ma vogliono far nascere uno stile di vita rinnovato, attento ad un uso responsabile e sobrio delle cose, e capace anche di attenzione agli ultimi e a chi non è altrettanto fortunato.

 

Alle pp. 26 e 27 del Sussidio si trovano alcune domande per l’esame di coscienza secondo  lo schema della “rosa dei venti”, e una spiegazione sintetica dei due comandamenti, nel loro ordine tradizionale, per aiutare ciascuno a comprenderli nella propria esperienza.

NON RUBARE: Le cose che possediamo sono doni che abbiamo ricevuto e per questo motivo DESIDERIAMO che tutti abbiano il necessario per vivere bene: RISPETTA le persone e le cose intorno a te e non appropriarti di ciò che non è tuo.

 

NON DESIDERARE LA ROBA D’ALTRI: Tutti noi DESIDERIAMO possedere qualcosa, ma se il desiderio di avere le cose diventa troppo grande, non siamo più liberi, perché il pensiero di ciò che vogliamo finisce per condizionarci, fino a non tenere più conto di quanto non ci appartiene: RISPETTA ciò che non è tuo.

 

1.      Preghiera conclusiva e rilancio

Si può concludere il Tempo introducendo i ragazzi ad un momento di preghiera, invitandoli cioè a ringraziare per ciò che già possiedono, a domandare perdono per le volte in cui non hanno usato con attenzione i propri beni e a chiedere al Signore di essere capaci d’impegnarsi per un mondo più giusto, portando fattivamente qualche frutto di vita buona.

Si possono quindi sollecitare i ragazzi ad aggiungere qualche invocazione personale a quelle già riportate nel Sussidio, a p. 27, e a scegliere, come impegno da realizzare nei giorni seguenti, uno dei frutti di vita buona riportati nella pagina precedente.

 

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 1 L’ordine tradizionale dei comandamenti fa sì che “non rubare” arrivi prima dei comandamenti sul desiderio (smodato); e anche nel Sussidio, per ragioni grafiche, si è mantenuto tale ordine. Tuttavia, dal punto di vista esperienziale è evidente che l’ordine di precedenza è l’inverso: dal desiderio “sregolato” per le cose alle azioni sbagliate per ottenerle (come, p.es., rubare); per questa ragione nel presente Tempo si lavorerà a partire dal “Non desiderare…”.

2 Si veda quanto detto a proposito della dimensione Chiesa per la Tappa 2 nella Guida, a p. 44. Si trovano nel materiale on line tutti i dettagli del laboratorio da proporre a genitori e figli.

3 Per utilizzare il primo file è necessario anzitutto aprirlo con un programma come Excel (Calc della suite LibreOffice dovrebbe funzionare ugualmente). Una volta caricato il file, occorre inserire il numero dei ragazzi coinvolti nel gioco nella casella in rosso: il foglio di calcolo calcolerà automaticamente la divisione numerica dei ragazzi, che comparirà nell’ultima riga della tabella.

 

4Si veda nel materiale on line nella dimensione “Chiesa: comunità e famiglia”.

 

 

 

 

 

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