CON TE ! AMICI - Tappa 3 - Tempo 2
UNA SCOPERTA CHE NON SI PUÒ TENERE PER SÉ
in tempo di Covid - 19
· Riferimenti sussidio: pp. 34-35
· Riferimenti guida: pp. 69-70
· Cosa vogliamo vivere
Desideriamo appassionare i ragazzi al gusto della scoperta. Come a Cana di Galilea hanno dovuto indagare per scoprire che all’origine della sovrabbondanza del vino c’era Gesù, in questo Tempo li condurremo a sperimentare la gratitudine per i doni inaspettati.
· Esperienze: ascolto della vita di sant’Agostino, oppure visione di un audiovisivo e rilettura del proprio vissuto, oppure visita ad un artigiano.
· Svolgimento base
Il Tempo si può sviluppare in quattro momenti:
1. introduzione del maestro di tavola;
2. ascolto del racconto della vita di Sant’Agostino oppure visione del video oppure visita;
3. racconto della propria esperienza;
4. dire “grazie” al modo della messa.
1. Introduzione del maestro di tavola
Questo Tempo viene introdotto con il secondo intervento del maestro di tavola, il cui testo si trova nel materiale on line. Costui è un fanfarone e attribuisce a sé il merito di ciò che è successo. Attraverso il dialogo con i ragazzi, però, è possibile fare chiarezza e smascherarlo, attribuendo l’intervento miracoloso al suo vero autore, cioè Gesù. Egli non mette il copyright sui suoi doni, non mette a tutti i costi la firma per mettersi in evidenza. La sua presenza e la sua azione (come avverrà per il custode del manichino del video proposto in seguito o per il Dio della Creazione) è da trovare attraverso un’appassionante ricerca (come è stato nella vita di Sant’Agostino) il cui esito è una immensa gratitudine.
2. Ascolto del racconto della vita di Sant’Agostino oppure visione del video oppure
In questa seconda parte del Tempo, si propongono tre modalità alternative per approfondire l’esperienza della ricerca, della scoperta e della gratitudine che ne deriva. Si suggerisce di usarne soltanto una delle tre proposte.
La prima modalità è l’ascolto del racconto della vicenda di Agostino, attraverso cui vogliamo condurre i ragazzi nell’esperienza entusiasmante della ricerca di Dio, che non sempre si mostra subito e limpidamente. Agostino ricerca la felicità “nelle cose vane” e solo approfondendo il suo percorso scopre la presenza di Dio, che dà senso ai suoi giorni. Si può quindi leggere o raccontare la storia di Agostino, utilizzando il file che si trova on line, e poi dialogare con i ragazzi sul percorso da lui vissuto.
Si potrebbe anche utilizzare il testo di un racconto scritto da Marta Gadaleta - “Agostino e il ragno” (http://www.travelingintuscany.com/arte/benozzogozzoli/santagostino.htm), oppure un piccolo sunto, accompagnando la narrazione con la proiezione di immagini relative alla vita di Sant’Agostino (vd. power point “Vita di Sant’Agostinonel’arte”) - Le Storie della vita di Sant'Agostino sono un ciclo di affreschi commissionati da fra' Domenico Strambi nel 1464 al pittore Benozzo Gozzoli, che li dipinse con i suoi collaboratori nel coro della chiesa di Sant'Agostino a San Gimignano. Si avrebbe così la possibilità di accompagnare il racconto con l’arte pittorica.
Possono essere utili anche alcune domande per riflettere insieme: cosa spinge Agostino ad indagare? Dove scopre la presenza di Dio? Perché Dio non si è presentato subito ad Agostino?
Perché ha voluto che lui lo cercasse? Qualcuno ha aiutato Agostino nella sua ricerca? Agostino ha tenuto per sé la sua scoperta?
La seconda modalità è la visione di un breve video, che si può reperire su Youtube: “El anuncio de Justino de la Lotería de Navidad conmueve a España”.
Attraverso questo video si può far emergere il lavoro segreto di colui che allestisce i simpatici manichini come regali per gli amici. Un lavoro nascosto che però lascia le sue tracce: non può che essere lui a fare tali regali. Ancora una volta i doni ricevuti non possono non suscitare la gratitudine di chi li riceve.
La terza modalità è più complicata da realizzare, ma se ce ne fosse la possibilità sarebbe interessante. Se, nei pressi della parrocchia, si conosce un artigiano che ancora lavora delle materie prime trasformandole (si pensi, p. es., ad un panettiere, ad un calzolaio, ad una azienda agricola), si può organizzare un’uscita sul posto e chiedere a lui di aiutare i bambini a cogliere quanto lavoro è nascosto (e quante persone ci sono) dietro ad un prodotto finito. Anche in questo caso l’approdo dovrebbe essere una profonda gratitudine per chi lavora nel segreto per farci avere dei prodotti “rifiniti”, belli e utili.
Poiché, in questo momento, non è possibile organizzare un’uscita con i ragazzi, se si vuole comunque non rinunciare a vivere questa modalità, perché non proporre loro un video che presenti il lavoro che vi è dietro ad un prodotto, che per lo più trovano belle che confezionato e finito sulle proprie tavole? Per esempio, si potrebbe proporre un video su come si fa a fare il pane (scrivere mail per ricevere il filmato) oppure il vino
Anche in questo caso, accompagnando i ragazzi nella riflessione, si potrebbe giungere ugualmente a far loro comprendere che in noi deve nascere una profonda gratitudine per chi lavora nel segreto per farci avere dei prodotti “rifiniti”, belli e utili.
1. Racconto della propria esperienza
Dopo l’approfondimento secondo una delle modalità proposte, si può chiedere ai ragazzi di essere protagonisti di una scoperta nella loro vita. Succedono tante cose nella nostra vita per cui ringraziare: dopo una scoperta simile, anche noi non possiamo tenere tutto per noi ma dobbiamo esercitarci a “dire grazie”.
2. Dire “grazie!” al modo della messa
Si possono quindi proporre due attività che facciano sperimentare il ringraziamento: o in forma di semplice esercizio, o nella forma di una preghiera che rimanda a quanto avviene nella celebrazione eucaristica. Per la loro natura (una avverrebbe al di fuori del momento della catechesi, mentre l’altra al suo interno) le due attività non sono di per sé in alternativa l’una con l’altra: se ve ne fosse il tempo e l’occasione, potrebbero utilmente essere proposte entrambe.
La prima attività è più “esistenziale”: si invitano infatti i ragazzi a pensare a quelle persone concrete che silenziosamente aiutano a fare più bella la loro vita, e a prendersi l’impegno di ringraziarli in forma concreta.
La seconda proposta è nella linea di un’esperienza spirituale: si invitano i ragazzi a vivere un momento di preghiera di ringraziamento, aiutati dal testo del sussidio a pp. 34-35
Il testo proposto è stato formulato a partire dal Vangelo delle nozze di Cana, che ha fatto da sfondo ai due Tempi fin qui vissuti insieme, in una forma che ricalca da vicino quella di un prefazio della Messa. Questa parte del rito eucaristico, infatti, ha precisamente lo scopo di aprire tutta la Preghiera Eucaristica, esprimendo le ragioni per le quali, oggi, si “dice grazie” a Dio; ragioni che a loro volta costituiscono la premessa oggettiva e necessaria per dare fondamento alle richieste che nel prosieguo della preghiera verranno rivolte al Padre.
Dunque, dopo aver recitato insieme la prima parte del testo, si può chiedere ai ragazzi di intervenire nella parte sua finale, completandola con l’espressione di un loro “grazie” personale; all’invocazione di ciascuno (ed eventualmente anche nei punti indicati della prima parte del testo) si può rispondere con un semplice ritornello (se lo si desidera, in forma cantata): “Grazie, Signore perché ci vuoi bene” oppure “Grazie, Signore, perché ci riempi di gioia”. La preghiera si conclude poi con un canto di ringraziamento.
Questo modo di procedere dovrebbe aiutare a vivere come vera preghiera la parte di corrispondente della Messa (cioè il prefazio), a motivo delle somiglianze tra la forma di questa esperienza di preghiera di ringraziamento e la forma di quanto avviene nel rito eucaristico.
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