CON TE ! DISCEPOLI - Tappa 2 - Tempo 5
UN REGALO DELLA CHIESA: L’AVE MARIA
- ·Riferimenti sussidio: pp. 28-29.
- Riferimenti guida: pp. 48-49.
- Strumenti
e materiale: spiegazione del testo dell’Ave Maria; storia dell’Ave Maria.
· Che cosa vogliamo vivere:
Vogliamo sostare sulla preghiera dell’Ave Maria, approfondirla e capire da dove viene: la tratteremo come un regalo che la Chiesa ci fa. I bambini saranno introdotti in questo modo anche alla dinamica del tesoro prezioso della Tradizione: uomini e donne come noi, che hanno incontrato il Vangelo e l’hanno tradotto in una preghiera che tutti potessero imparare e usare facilmente.
· Esperienze: riscrivere la preghiera dell’Ave Maria, attingendo alle sue “fonti” bibliche e della tradizione
· Svolgimento base:
Possiamo prevedere uno svolgimento in due momenti:
1. la storia e il significato dell’Ave Maria;
2. Momento di preghiera
3. Gioco : Aiutiamo Maria a fare ilbucato
1. La storia e il significato dell’Ave Maria
Ci sono parole che i bambini conoscono già e che possono aiutarli a comprendere in modo più personale il significato della preghiera dell’Ave Maria, e quindi ad utilizzarla in maniera più convinta.
Si può partire richiamando brevemente l’annuncio dell’angelo a Maria: ad esempio leggendolo con calma dal sussidio alle pp. 26-27.
Poi, per aiutare i bambini a entrare nel discorso, si potrebbe dire più o meno così:
“Quando l’angelo arriva da Maria cosa fa? La saluta, ma in un modo un po’ speciale: non solo ‘salve’ o ‘ciao’, ma ‘rallegrati’. Al tempo di Gesù, quando le persone si salutavano cosa si dicevano? Se erano ebrei: ‘shalom’; se erano greci: ‘chaire’ (proprio come l’angelo nel Vangelo); e se erano di lingua latina (come qui da noi): “ave”. E fu così che, raccontando l’episodio dell’Annunciazione, qualcuno molto tempo fa cominciò ad usare la parola ‘Ave’ per tradurre dal greco il saluto dell’angelo Gabriele …
Chi di voi conosce una preghiera che incomincia proprio con questa parola?”.
Se nel gruppo c’è qualcuno che già conosce l’Ave Maria potrebbe essere opportuno invitarlo a dirla per tutti, in modo da richiamare alla memoria dei bambini il testo della preghiera, altrimenti lo può fare il catechista stesso.
Può anche essere utile, in questa fase del lavoro, scrivere il testo della preghiera su un cartellone o una lavagna e chiedere ai bambini di identificare in esso le parole che già hanno sentito nel racconto dell’Annunciazione, eventualmente sottolineandole anche sul cartellone.
A questo punto, si introduce ciò che è successo a Maria subito dopo l’annuncio dell’angelo, leggendo insieme dal Vangelo l’episodio della Visitazione (Lc 1, 39-45). E ancora si invitano i bambini a individuare quali parole del racconto si trovano del testo della preghiera che hanno davanti.
Avviato così il discorso, si può raccontare come si è arrivati all’attuale preghiera dell’Ave Maria e rispondere alle eventuali domande circa il significato delle parole e delle espressioni che ne compongono il testo. Alla luce del percorso fin qui proposto, a questo punto i bambini potrebbero aver già “scoperto” da sé il significato della prima parte della preghiera (il duplice saluto): probabilmente resterà da chiarire soprattutto il significato della sua seconda parte.
Si potrebbe, infine, invitare i bambini a ridire con parole loro l’Ave Maria. Ciascuno inventa qualche litania scrivendone il testo come proposto nel sussidio a p. 28. Nella preghiera conclusiva si possono utilizzare proprio queste espressioni dei bambini.
2. Momento di preghiera
Si invitano i bambini a fare un momento di preghiera
La preghiera potrebbe svolgersi semplicemente nel modo che segue:
- segno della croce iniziale;
- recita dell’Ave Maria;
- lettura a turno delle litanie (nel sussidio p. 29) e qualche istante di silenzio
per lasciare il tempo a chi vuole di inventarne altre;
- segno della croce finale.
A
conclusione dell’incontro, si possono invitare i bambini a giocare con Maria.
3. Gioco : Aiutiamo Maria a fare il bucato
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