CON TE ! AMICI - Tappa 1

RELAZIONE INCONTRO CATECHISTI

 Ciao

Con qualche giorno di ritardo invio quanto abbiamo creato lunedì sera nel 1° incontro di formazione.

Spero che, al di là dei disguidi tecnici, che provvederemo a risolvere quanto prima, anzi subito, siate rimaste soddisfatte per l’andamento e mi scuso, ci scusiamo, per il protrarsi della serata oltre il tempo stabilito.

Siccome in copia ci sono altri catechisti che si sono aggiunti nei giorni successivi, faccio una piccola premessa.

Inizialmente ci siamo trovati tutti insieme per salutarci e don Samuele, responsabile della catechesi decanale di Gallarate, ha voluto darci il suo saluto e manifestare il suo ringraziamento per aver avviato un tale percorso, molto utile soprattutto nel periodo storico in cui stiamo vivendo, essendo chiamati a compiere il cammino di fede con i ragazzi e con le famiglie nella modalità online.

Tutti i partecipanti all’incontro sono stati divisi in tre gruppi di lavoro, formati tenendo conto del fatto che non tutte le comunità, parrocchiali o pastorali, si trovano al medesimo punto del cammino: infatti, alcuni hanno già iniziato il programma del terzo anno, altri stanno per iniziarlo e altri stanno “recuperando” - meglio dire, riprendendo - quanto purtroppo non svolto del cammino del secondo anno di catechesi.

Il lavoro del gruppo, a cui faccio riferimento che appartiene a quest’ultima fascia – è stato quello di gettare le basi per una programmazione della prima tappa.

Il cammino del secondo anno terminava con la figura di san Tommaso, figura nella quale i ragazzi si sono immedesimati perché anche noi, oggi, come lui, non vediamo Gesù “risorto”. Ma mentre l’apostolo, otto giorni dopo lo ha incontrato fisicamente nel cenacolo, noi non possiamo più vederlo fisicamente e siamo invitati a credere alle parole da Lui dette a Tommaso e che siamo invitati a fare nostre: “...beati quelli che non hanno visto e hanno creduto” (cfr. volume 2 – Con Te Discepoli, pag. 61).

Da qui, scaturisce una domanda: com’è possibile incontrare oggi il Risorto? La risposta la troviamo nei sacramenti che sono il “luogo” singolare nel quale Gesù incontra tutti noi. Ecco perché l’ultima tappa fa riferimento al nostro Battesimo, per far crescere in noi il desiderio di volerlo incontrare. A differenza di quanto vissuto durante il primo anno di catechesi – tappa 1 – in cui avevamo invitato i bambini a raccontare e a farsi raccontare dai genitori che cosa era avvenuto quel giorno, il perché del nome .... ora, i bambini, insieme ai loro genitori, sono invitati a “far memoria” del proprio battesimo, ricordando i segni - l’acqua, il cero pasquale, la veste bianca .... e offrendo loro il significato.

La prima tappa del terzo anno del cammino di fede, riallacciandosi all’esperienza della memoria del battesimo, con cui si è concluso il cammino del secondo anno, presenta il battesimo di Gesù. Lo vediamo in mezzo ai peccatori, in fila, in attesa di ricevere il battesimo predicato da Giovanni il Battista. Ma, perché Gesù – figlio di Dio e senza peccato – riceve il Battesimo? Perché si mette in fila con i peccatori? Gesù, mettendosi a fianco dei peccatori, vuole mostrarci di esserci sempre vicino, vuole mostrarci il suo amore, vuole mostrarci come è bello amare, vuole indicarci la via per un’esistenza nuova. Come vivere, allora, da figli di Dio? Che cosa ci invita a fare Gesù?

Gesù ci invita a

1 – vivere da figli di Dio seguendo il suo esempio

2 – allontanarci dal male e lottare contro di esso

E’ qui il contesto naturale per parlare ai ragazzi (non più bambini) del male. Loro sono coscienti del significato di questo termine, perché vivono ancora il proprio “egocentrismo” e “l’egoismo infantile”. Ed ecco allora il compito a noi affidato di accompagnarli in un cammino, compiendo il quale, possano non solo prendere coscienza che questi atteggiamenti li allontanano dall’Amore di Dio ma anche rendersi conto che siamo chiamati a camminare sulla strada che Gesù stesso ci ha indicato e che già tanti uomini e donne, prima di noi, hanno percorso.

Ma, allora, che cosa è il male? Chi, che cosa mi dice se un’azione è peccato? Gesù ci dice che è bene ogni atto d’amore che compiamo e ci invita ad amare!!! E’ pertanto male, cioè peccato, tutto ciò che non è espressione di amore!!!

Purtroppo, quando si commette un peccato, non si fa male solo a sè stessi, ma anche agli altri: a chi ci vuole bene e a chi fa parte del gruppo in cui il male è stato commesso!!!  Proviamo a pensare ad un comportamento non corretto in casa, ad una risposta brutta, negativa, data ad una richiesta dei genitori. Non solo chi ha risposto male, nel momento in cui prende coscienza della propria azione, diventa triste, ma anche i genitori vivono una situazione di “malessere” in virtù della risposta del figlio e tutto in famiglia sembra un po’ fermarsi!!!

Nonostante i nostri atteggiamenti, le nostre azioni non siano sempre volte al bene, siamo sempre e comunque invitati a camminare sulla strada che la Chiesa sta percorrendo da più di 2000 anni seguendo l’esempio di chi ci ha preceduti, gli apostoli, i santi e via via una moltitudine di persone fino a giungere a noi. Ed ecco allora l’immagine di una strada lastricata come ai tempi dell’antica Roma. Su di essa troviamo tutte le azioni che ci aiutano a camminare accanto a Gesù e quelle che ci aiutano a fuggire il male. Certamente, accanto alle azioni indicateci dalla Chiesa, ciascuno di noi potrà indicarne delle altre – quelle che ognuno di noi compie quotidianamente!!! Ed ecco allora che potremo invitare i ragazzi a seguire le azioni indicate o ad aggiungerne delle altre!!!

 

Ora però arriva il compito che, sembra difficile, ma solo in apparenza e cioé come trasmettere tutto questo ai ragazzi specialmente nella situazione attuale.

Innanzitutto conosciamo i ragazzi perché è da circa due anni che abbiamo a che fare con loro. Conosciamo i genitori. Abbiamo vissuto dei momenti (in presenza) di incontro personale con ogni ragazzo, durante i quali abbiamo potuto renderci conto se Vi è per ciascuno di loro un cammino familiare.

Non potendo fare un incontro iniziale con i genitori durante il quale indicare il programma di tutto l’anno, possiamo incontrarli (genitori e ragazzi) attraverso una piattaforma web, quella che più ci aggrada, quella che noi sappiamo utilizzare. Ebbene indichiamo (anche attraverso le proposte fatte nell’incontro di lunedì) i diversi momenti e passaggi.

Con i genitori possiamo incontrarci sul web dando le linee generali di tutto l’anno, nella speranza che la situazione attuale sia momentanea, e che presto si possa tornare a vivere in presenza l’incontro. Poi ricordiamo le parole dell’Arcivescovo che ci dice che noi catechisti siamo l’unico volto della Chiesa che molti di loro vedono. Non dobbiamo scoraggiarci o essere titubanti. Ciò che faremmo incontrandoli per strada lo possiamo fare anche attraverso lo schermo. Per quanto riguarda la proposta di fede, essere inadeguate, non dobbiamo preoccuparci perché la relazione non è a senso unico. C’è uno scambio reciproco, c’è un dare e un ricevere, siamo testimoni di un vissuto come loro lo sono del loro vivere come genitori e famiglia.

Con i ragazzi, sempre con il sostegno dei genitori, troviamo la modalità d’incontro: quale giorno, quale orario, differente dall’orario classico dell’incontro in presenza, quanto tempo, incongruenze con l’utilizzo degli apparati (il fratello maggiore ha lezione e non può dare il pc/tablet al fratellino....)

Per una buona riuscita dell’incontro possiamo suggerire di non oltrepassare 20 / 25 minuti, dal momento in cui tutti si sono collegati (importante richiamare alla puntualità).

Intervallare gli incontri di proposta, momenti di relazione (far parlare più possibile i ragazzi), con incontro gioco inerente a quanto trattato la volta precedente.

E’ importante saper ascoltare le emozioni e le sensazioni che i ragazzi provano in questo momento. Chiedere come stanno vivendo questo nuovo periodo, se hanno angoscia, noia, timore. Accettare qualsiasi risposta, anche quella che a noi potrebbe sembrare “banale” (io dico sempre: non esistono risposte corrette o risposte sbagliate), incoraggiare a tirare fuori ciò che si portano dentro.

Un secondo momento è l’ascolto della Parola. Se non esiste in casa l’angolo della preghiera, chiediamo, con il consenso dei genitori, di tenere un lumino, una candela accesa e il vangelo che gli è stato dato (leggere lo stesso brano che i ragazzi trovano sul loro vangelo). L’ascolto della Parola può avvenire attraverso una micro-celebrazione (segno di croce, un saluto, canto dell’Alleluia, proclamazione della Parola di Dio, una breve riflessione); ascoltare i ragazzi, far sottolineare un verbo, una frase, un qualche cosa che li ha colpiti, chiedendo loro di indicare perché, che cosa scaturisce dal loro cuore.

Se si è bravi, oppure se c’è l’aiuto da parte di un ragazzo delle superiori o anche di un genitore, se ciò è possibile alla luce del nuovo DPCM, effettuare un collegamento con la cappellina o la chiesa dove da lì verrà proclamata la parola.

Un terzo momento è quello di immedesimare i ragazzi con i diversi personaggi del racconto del Battesimo di Gesù. Possiamo leggere il testo che troviamo nel materiale web della diocesi (vedere link inviati in precedenza). Possiamo far ascoltare lo stesso brano e, siccome è troppo lungo, possiamo interromperlo e chiedere che cosa hanno capito fino a quel momento per poi riprendere. Al termine chiedere di immedesimarsi nei tre personaggi che sono in fila con Gesù (la donna, il soldato, il ladro) oppure se hanno altre situazioni simili che li hanno colpiti, situazioni inerenti alla realtà che loro stessi vivono.

Possiamo interagire con i ragazzi facendo scrivere le loro sensazioni attraverso il brano del salmo 51 chiedendo di indicarle nei riquadri del sussidiario a pag. 6

Il quarto momento è il richiamo dell’atteggiamento di Gesù. Lui è il Figlio di Dio. Non ha nessun peccato ma si mette in mezzo alla folla per ricevere il battesimo. In questo modo egli assume in tutto e per tutto la nostra condizione di uomini fragili e peccatori. Lo seguiamo passo passo: ne momento in cui si trova in mezzo alla folla incontra lo sguardo di Giovanni e questo ci fa pensare che Dio non dimentica nessuno, anzi una cosa sola la dimentica: sono i nostri peccati. Quindi Gesù dopo aver ricevuto il battesimo, attraversa il fiume Giordano e apre una strada nuova sulla quale ci chiede di camminare. Allora con i ragazzi possiamo chiedere di disegnare su un foglio la strada, la strada della Chiesa, sulla quale vogliamo camminare. Chiederemo di creare quei sassi che rappresentano il nostro comportamento che riaccendono in noi l’Amore di Dio attraverso tre gesti: la preghiera, il digiuno, l’elemosina. In questo modo riusciremo a sconfiggere il male che ci fa stare lontani da Dio e dagli altri, il male che ci ostacola e ci rallenta nella strada che vogliamo percorrere, il male che ci fa soffrire e fa soffrire anche gli altri.

Allora ogni qual volta compieranno un gesto che li fa vivere da figli di Dio metteranno un nuovo masso su questa strada. Possiamo chiedere l’aiuto dei genitori chiedendo di incoraggiare i ragazzi a fare delle cose ordinarie che non avrebbero pensato di fare, apparecchiare o sparecchiare la tavola, non rispondere in modo maldestro ad ogni richiamo dei genitori, aiutare i fratelli/sorelle più piccoli....

Un’altra attività per ricordare il senso della strada da percorrere è quello di prendere una pietra e su questa scrivere un’azione che vogliamo vivere in modo pieno da figli di Dio e tenere a portata di mano, sulla scrivania, sul comodino, per richiamarci a ciò che dobbiamo fare.

Per ultimo è bene ricordare che a pag.  11 troviamo la preghiera che reciteremo poi nel momento della 1 confessione e tutte le volte che ci accosteremo a ricevere il sacramento del perdono. Potrebbe essere la chiusura di ogni incontro.


 

P.S.: I colori utilizzati non hanno nessuno scopo se non quello di intervallare le varie frasi

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